Al Parco Ciani, la Svizzera nel piatto
IL VINO DEL TICINO
Diciamo “il” vino del Ticino perché quello identitario si fonda interamente su un unico vitigno, il Merlot: per quanto esistano alcuni internazionali e produzioni di altri uvaggi, per un ticinese il vero vino del suo territorio è soltanto quello. Anche qui si avverte aria lombarda, perché un fenomeno simile si registra nell’area confinante dell’Insubria.
Dovendosi basare su un unico vitigno, gli svizzeri italiani hanno imparato a giocare con tutte le sue espressioni. A cominciare dalla vinificazione in bianco di quest’uva a bacca rossa. Tra le massime espressioni di questa tipologia, il Terre Alte di Gialdi. Prodotto con uve Merlot in purezza delle Tre Valli (Bassa Leventina, Rivera e Valle di Blenio), è un bianco da invecchiamento realizzato con grande cura, a partire dalla scelta di non ricorrere alla fermentazione malolattica.
Non dimenticando le interessanti bollicine derivate sempre dalla vinificazione in bianco, è ovviamente nella naturale versione in rosso che il Merlot si esalta. Come con il Ligornetto che trae il nome da un villaggio del Canton Ticino, un tempo depositario dello status di comune, adesso fuso con il comune di Mendrisio di cui è diventato un quartiere. E’ da qui ovviamente che provengono le uve da cui nasce, fin dal 1985, dopo averne fatto affinare il succo per diciotto mesi in barrique nuove.
Lo firmano i Vinattieri Ticinesi di Zanini & Sulmoni. Stessa cantina che dà vita a uno dei Merlot più amati in Ticino, il Ronco dell’Angelo proveniente da uve del vigneto di Morbio Inferiore. Vino di grande corpo, gli amanti dell’arte potrannno apprezzandolo per l’originalità dell’etichetta, disegnata dall’archistar Mario Botta, ticinese originario proprio di Morbio.
Il Merlot locale che però ci ha fatto perdere la testa è il Vallombrosa Ticino Doc, da uve coltivate nel cuore del Malcantone, in Valle della Tresa, su cui si staglia la visione mozzafiato delle Prealpi. Fondata da Giovanni Rossi nel 1908, la Vallombrosa la vite la coltiva da cent’anni, per questo è considerata “l’azienda storica per eccellenza e la culla del Merlot in Ticino”.
Privo di sentori di legno, sostenuto da acidità poco consueta per un rosso, esalta come pochi il frutto del Merlot, sviluppandosi con un’eleganza infinita. Una pietra angolare del Merlot, se si vuole davvero conoscere la radice organolettica di questo vino.
Vallombrosa lo si trova in un marchio di stanza in quel di Lamone, comune a nord di Lugano in piena espansione industriale: si tratta di Tamborini, il quale ha l’ardire di mettere il proprio logo anche su una serie di grappe, per fortuna. Come la Grappa Finissima di Giovanni Lucchini, 47 gradi frutto di vinacce d’uva fermentate, distillate con alambicco tradizionale. Sincera, con buon carattere, il migliore fine pasto ticinese che si possa immaginare.