Alfio Nicolodi, oltre un secolo di vini trentini dalla Val di Cembra con recupero di vitigni storici
Un secolo di pionieristica attività aziendale nel mondo vitivinicolo, oltre vent’anni di faticoso ed encomiabile lavoro di recupero, tutela e valorizzazione della biodiversità ampelografica, fino a un presente con oltre dieci prodotti tesi a comporre una teoria di tutte le infinite e pregevoli possibilità di vinificazione in terra trentina: un corredo di unicità di cui dispone soltanto Alfio Nicolodi con la sua cantina situata da sempre nella contrada storica della Carraia a Cembra, piccolo centro di neanche duemila abitanti eppure così importante nel territorio da avere dato il nome alla valle che lo ospita.
L’azienda della famiglia Nicolodi è stata fondata dal nonno Antonio nei primi anni del ’900, con Alfio che ne ha preso in mano le redini nel 1985…
… seguendo attentamente sia i vigneti nella lavorazione, cambiandone gli impianti e le vinificazioni delle uve…
… sia tutta la fase produttiva fino alla bottiglia, selezionando le varie tipologie di uva al fine di ottenere vini sempre migliori.
Tra i diversi ambiti in cui Nicolodi è sinonimo di innovazione e sensibilità culturale enoica, c’è da inserire a partire dall’anno 2000 pure il lavoro lungo, duro e indefesso per il reintegro dei vitigni storici della valle in cui vive e opera, in merito al quale giusto pochi giorni fa ha dichiarato sulla propria pagina Facebook di essere “orgoglioso di far parte del progetto di Proposta Vini di recupero delle varietà storiche” come il Lagarino Bianco.
E’ proprio il distributore Proposta Vini a definirlo “un promotore appassionato della viticoltura della Valle di Cembra e di quella di montagna in senso più ampio”, sottolineando come operi in una zona “con pendenze che sono talvolta proibitive”…
… “dove raramente si possono usare macchine perché i terreni sono impervi e arrampicati”…
… ricordando che “il simbolo più evocativo di questo tipo di viticoltura è la fatica legata, in passato, alla miseria”
Ne derivano tipicità territoriali come il Moscato Giallo Secco dal bouquet che è tutto un trionfo floreale con la zagara in rilievo, mentre la bocca sedotta da un’intensa sapidità avverte cedro, ananas, pesca e alchechengi.
L’acidità a sua volta spinge la golosità al massimo.
Strepitoso l’abbinamento con il pesce.
Il Veltliner Cembrani d’Autore si presenta al naso con erba di campo e al palato con pera Williams, avocado, kiwi e mandarino verde.
Di intensa mineralità e formidabile acidità, scatena una beva appagante come poche.
Finale lungo e possente su note agrumate.
Brilla a tavola per eclettismo con pesce, uova e verdure.
Il Kerner Cembrani d’Autore si attesta su un’impronta tropicale che caratterizza tanto i profumi quanto i sapori con maracuja e yuzu ma anche giuggiole e pesca.
Freschezza formidabile.
Il Riesling Renano Cembrani d’Autore dispiega tutta la sua nobiltà ammantando di florealità il bouquet e manifestando l’enorme personalità con un’eccezionale complessità aromatica capace di unire l’acidità con l’aspro e l’agrumato, irretendo il degustatore con bergamotto in primis, quindi pera, alloro e tè verde.
Finale infinito.
Anche il Müller Thurgau Cembrani d’Autore si attesta sulla frutta al naso, mentre alla bocca riserva cedro, avocado e Madernassa cotta, giungendo a una beva agile ma sempre elegante.
A colpire maggiormente è però uno splendido finale diviso tra note amaricanti e altre aspre.
Il Gewürztraminer Cembrani d’Autore non smentisce i descrittori del vitigno rendendoli però più intriganti con cenni speziati, proponendo un approccio abboccato al sorso che individua albicocca, mandarino, arancia candita e miele di acacia.
Notevole la mineralità.
Si abbandonano i monovitigni per una grande prova di tecnica enologica nel Trentatrè, il quale mette insieme Moscato Giallo, Nosiola e quel Veltliner Rosso che rientra tra le varietà del passato a rischio d’oblio oggi accudite da Nicolodi. Si tratta in realtà di un progetto collettivo cui partecipano altre cinque cantine (insieme a Nicolodi anche Francesco Poli, Vivallis, Salizzoni e Vallarom) con l’intento di produrre un vino con uve storiche trentine.
Naso fruttato e aromatico, al gusto si fa valere con nettarina, albicocca, limone e arancia.
La Schiava Nera è una meraviglia derivante da uva appassita sulla pianta che trasforma la lunga attesa della vendemmia prima in profumi di spezie, erbe officinali e muschio e poi in sapori di gelso nero, ribes rosso, melagrana, corbezzolo e karkadè.
Ghiotto, dalla beva semplice ed ecumenica, si adagia con grazia su tanti cibi senza mai prevaricarli, rendendolo un prezioso jolly negli abbinamenti.
Il Lagrein manifesta originalità fin dal bouquet diviso tra sentori burrosi e piccoli frutti rossi, precisandosi in bocca con fragolina di bosco, tè rosso, cotognata e carruba.
La viva acidità e l’estrema freschezza alimentano una beva irresistibile.
Il Pinot Nero della casa parte all’olfatto con sensazioni silvestri e speziate, approdando al palato con mora di rovo, visciola, amarena sotto spirito e cioccolato al latte.
La grande bevibilità lo rende accessibile a ogni tipo di degustatore, cui riserva una notevole persistenza e nel finale una seducente nota zuccherina.
L’operazione di salvaguardia degli antichi autoctoni non ammalia soltanto l’intelletto bensì esalta pure il palato con la spumantizzazione del Lagarino Bianco nel Cimbrus Brut Cembrani d’Autore, metodo classico dal tenue bouquet di fiori d’arancio, il quale invece in bocca si fa intenso con una supremazia dell’aspro del limone che si ingentilisce con l’affiancamento di susina gialla, kumquat e annona.
Golosissimo, dalla beva scatenata spinta da una scoppiettante acidità, sono le bollicine ideali per un antipasto entusiasmante.
Ci sono altri particolari da aggiungere e ce li fornisce proprio Alfio Nicolodi nel video sottostante.
Info: https://www.facebook.com/alfionicolodivini/?locale=it_IT
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/nicolodi-alfio/