Alla Trattoria 2 Mori di Treviso, i piatti tipici della Marca
La cucina trevigiana ha una forte personalità che la rende ben diversa dal resto della gastronomia veneta. Impresa non facile, visto che a due passi c’è Vicenza con la sua influenza culinaria che si estende oltre la regione, senza dimenticare la ricchezza gastronomica di Verona.
Treviso si distingue con piatti identitari che parlano chiaramente del suo territorio e della propria storia.
Per averne una summa, in città non c’è posto migliore in cui andare della Trattoria 2 Mori, in via Bailo.
Locale accogliente come chi lo gestisce, dove troverete sempre una mostra d’arte temporanea in corso.
Un locale dalla storia remota, il cui inizio è stato individuato nel 1400, quando nacque come caneva (cantina).
Parimenti affonda le radici nel passato la cucina che propone, di rigoroso impianto territoriale e forte impronta tradizionale.
A partire dal tortino al radicchio con ricotta nostrana, mozzarella di vacca e riso della provincia di Venezia: manifesto della golosità della gastronomia veneta.
Allo stesso modo del baccalà mantecato, cremoso e denso, dal sapore deciso ma capace di donare mille sfumature organolettiche.
La più stretta identità trevigiana si afferma con la Sopa Coada, uno dei piatti più originali della cucina italiana: è un pasticcio di piccione e pane raffermo, con il selvatico del pennuto alleggerito dalla presenza di carne di gallina, il tutto immerso in un brodo che commuove. Pura poesia bucolica.
Ancora nel codice genetico culinario trevigiano c’è ovviamente il risotto al radicchio rosso, qui mantecato con un’altra gloria locale, il Morlacco, formaggio la cui dolcezza bilancia l’amabile amaro dell’ortaggio. Si chiude sgranocchiando una croccante foglia di radicchio tardivo.
Altro trionfale classico della Marca Trevigiana, l’antica Salsa Peverada, una bomba di gusto a base di fegatini, soppressa e acciughe: si usa farne accompagnamento per la tradizionale faraona arrosta, insieme alla polenta. Piatto strepitoso.
Immancabile una degustazione di Radicchio rosso di Treviso Tardivo, cotto al naturale sulla piastra: un miracolo, per sapore, consistenza, profumo.
Probabilmente l’ortaggio più buono che esista, frutto di un lungo lavoro contadino che ne giustifica il pregio, alla pari della bontà.
Chiusura d’obbligo con il dolce-simbolo di Treviso, visto che è stato creato qui: il Tiramisù. La disputa su chi lo abbia inventato è tra due ristoranti della città, ma in realtà questa preparazione pare fosse presente nel territorio da molto tempo prima che qualcuno ne brevettasse la ricetta. Ricetta che in questa trattoria seguono scrupolosamente, creando un fine pasto che già varrebbe il viaggio.
A tutto pasto, su suggerimento dell’oste, abbiamo bevuto un curioso e poco consueto Wildbacher, vitigno di origine austriaca su cui ha puntato l’Azienda Agricola Conte Collalto, di Susegana (in provincia di Treviso), la quale lo coltiva nelle colline a sinistra del fiume Piave. Elegante e gentile ma senza perdere in intensità, unisce un lieve tono abboccato con tenui sentori pepati: sensazioni che si sposano magnificamente con la cucina trevigiana.
L’oste in questione è Renato Zanco, personaggio dall’entusiasmo contagioso, capace di farti innamorare della cucina trevigiana già a parole, conquistandoti poi con la sua cucina concreta e sincera. E’ un piacere ascoltare i suoi racconti sul territorio trevigiano e la sua gastronomia: capisci che prima di mettersi ai fornelli si è formato una vera cultura, quindi ciò che arriva nel piatto ha un’anima e un pensiero.
Vogliamo condividere con voi il piacere di ascoltare la viva voce di Zanco, intervistato all’interno della sua Trattoria 2 Mori.
Info: www.trattoria2mori.com