All’Osteria La Miniera di Tignale, le tipicità del Garda bresciano
Non poteva essere più adatto il nome La Miniera per la favolosa osteria di Tignale che effettivamente estrae dall’Alto Garda Bresciano tutto l’oro enogastronomico del territorio.
E’ straordinaria la passione con cui Sergio Demonti va alla ricerca di materie prime preziose tra il lago e i rilievi da cui è abbracciato il locale che si trova in via Chiesa 9/A nella frazione di Gardola, particolare importante da inserire nel navigatore, per non perdervi in un’omonima via di un’altra frazione di Tignale.
Una passione pari alla competenza con cui Silvia Demonti è capace di spiegare ogni particolare delle meraviglie che Sergio crea in cucina.
Già il fragrante pane fatto in casa con lievito naturale che arriva caldo al tavolo, senza essere messo in conto a parte, la dice lunga sull’attenzione dei ristoratori e sulla squisitezza della loro cortesia con i clienti.
Insieme al pane, arriverà della focaccia, anche questa fatta da loro, di una golosità irresistibile.
Pane e focaccia da provare conditi con l’olio autoprodotto dai ristoratori, erbaceo e aromatico, come è nelle caratteristiche del celebrato nettare di olive del posto.
Dal lago arrivano degli antipasti che tolgono il fiato.
Il Cavedano, pesce misconosciuto e invece tra i più buoni in assoluto, fatto in carpione, tiepido, ha grande consistenza e sapore eccellente.
Il Coregone è proposto in ottima tartare, grazie anche al contributo dei condimenti: l’olio agrumato al limone è prodotto della Latteria Turnaria di Tignale, esperienza virtuosa che dà vita a eccellenze di ogni tipo.
I capperi sono quelli di Gargnano, delicati nel gusto e misurati nella sapidità, prodotti da Valerio Giacomini, fuoriclasse dell’olio che si sbizzarrisce anche con conserve e polveri che donano gusto a ogni piatto.
Il primo piatto che sorprende vede al centro il Tartufo di Tignale, specialità che qui esiste da sempre e che da un po’ di anni viene valorizzata e fatta conoscere come merita: viene servito su dei bigoli fatti in casa al torchio, aggiunto a un ghiotto condimento di strepitoso formaggio Garda stagionato (che meriterebbe maggior fama) e panna di Bruna Alpina che pascola nei dintorni.
Piatto storico è il Luccio En Cunsa all’olio extravergine di Tignale: esalta la dolcezza naturale di questo pesce, per alcuni il più gustoso tra quelli di lago, intrigando con spezie il cui apporto è discreto ma efficace.
Il fritto di pesce di lago arriva nel cartoccio, incastonato in prelibati filamenti croccanti di porro: tra i pesci, spicca la poco nota Bosa, nome dialettale della Bottatrice, la cui carne ricorda quella densa dell’anguilla.
Passando alla carne, irrinunciabile l’Agnello alla Tignalese, da bestie che hanno brucato l’erba locale: magnifico avvertire l’odore selvatico dell’animale allevato come si deve, cucinato alla perfezione, cotto in umido al forno e bagnato con il limone.
Per i dolci, chiedetene uno che è pura poesia: gli Schisél su la gradela, dolce della memoria, poverissimo, a base di farina, latte e polenta rafferma, cotto sulla brace. Emoziona il sentore torbato delle parti abbrustolite, mentre è puro godimento intingerlo in un eccezionale gelato al latte di Bruna Alpina.
Per accompagnare il pasto, fatevi consigliare i vini dei piccoli produttori del territorio.
Noi abbiamo provato il Cobei, Bianco Bresciano Chardonnay prodotto dalla Cascina Belmonte di Muscoline (BS), “un’ azienda agricola biologica a conduzione famigliare posta sulle colline dell’entroterra gardesano”. E’ una particolare interpretazione del vitigno, in cui viene esaltata la freschezza aromatica, unita a un elegante sentore di ananas.
La Miniera di Tignale riesce anche in un solo pasto di farti vivere pienamente un territorio, la sua storia, i suoi sapori, la sua identità.
A raccontarci il locale è Sergio Demonti.
Info: www.gardaminiera.it