Antica Osteria Milanese: piatti perduti dietro Piazza Affari
Se volete capire cosa si stia rischiando di perdere tra rimbambimento da Masterchef e vacua bramosia di inutili stellati, fate un salto all’Antica Osteria Milanese in via Camperio 12 a Milano. Sarete sorpresi dalla normalità di un locale che non bada minimamente al tovagliato o agli inutili lustrini cari agli snob, bensì soltanto a quello che vi mette nel piatto.
E nel piatto qui vi metteranno le ricette di sempre che altrove quasi tutti hanno dimenticato. Perché gli attuali gestori hanno mantenuto lo spirito dei bisnonni Spadoni-Ferraris che alla fine dell’800 la avviarono come osteria e latteria, prima di trasferirsi nella sede attuale nel 1928.
Giunti alla quarta generazione, i ristoratori dell’osteria ti parlano del tempo perduto evocandoti una nostalgia proustiana, la quale si traduce però in gioia quando ti siedi al tavolo e, annunciata da un profumo intenso, ti arriva la vera trippa alla milanese, quella col foiolo, rigorosamente in bianco, zampillante di fresche verdure: di magnifica consistenza e con gusto insolitamente pulito, nuota vezzosa in un brodetto suadente, commuovendo con un retrogusto selvatico che rende il piatto davvero eccezionale.
E’ dolce come il suono di un violino la Bonarda ferma di Casapaia che irrora il pasto, sulla cui acidità emerge il frutto succoso e una nota zuccherina, mentre si ammorbidisce nel bicchiere.
Onesto e corretto segue un risotto allo zafferano ben al dente, mentre è furba e croccante la cotoletta alla milanese che qui fanno con il maiale, “perché è la vera carne dei poveri” ti dicono, di qualità eccelsa aggiungiamo noi. Si chiude con uno spettacolare rognone alla griglia che, evviva, odora di bestia, com’è giusto che sia, croccando di sapidità.
A due passi da piazza Affari, questo locale è una provocazione ben più potente del dito medio alzato di Cattelan contro la Milano del business senza cuore né palato, anche perché qui sì che c’è vera arte.