Arancia Bionda del Gargano, tipicità pugliese narrata da Fausta Munno
E’ uno dei più straordinari agrumi del mondo, sicuramente in vetta a quelli più buoni: l’Arancia Bionda del Gargano è una vera eccellenza assoluta che merita un posto nell’olimpo dei prodotti italiani con maggiore fascino e gusto.
E’ caratterizzata da una dolcezza esplosiva che sbalordisce al primo approccio, seducendo poi il palato con una lieve nota aspra, mentre l’olfatto è inebriato dai profumi librati grazie alla sua ricchezza di oli essenziali.
Si capisce perché fino ad alcuni decenni fa l’Arancia Bionda del Gargano era richiesta in tutto il mondo, tanto da essere caricata sulle navi per affrontare lunghi viaggi transoceanici anche di oltre un mese, per giungere fino agli Stati Uniti, approfittando dell’elevato grado di serbevolezza di tale frutto. Ogni arancia era incartata singolarmente e riposta in eleganti confezioni in un trionfo di eleganti decorazioni, come si conviene ai cibi più preziosi.
Dopo un periodo di flessione depressione del mercato, del tutto inspiegabile alla luce della qualità di questo frutto, semplicemente fenomenale, oggi tale agrume sta invece conoscendo una rinascita e un sempre crescente interesse, soprattutto da parte degli appassionati di enogastronomia.
Slow Food ricorda che “sulla costa adriatica non ci sono agrumi, con un’unica eccezione: il Gargano”, frutto “di agricoltura storica, risultato di intelligenti scelte agronomiche in perfetta armonia con la vocazione, il clima e il terreno di questa felice nicchia ambientale”, tanto che “gli agrumeti del Gargano rappresentano l’identità culturale di interi paesi” (https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/agrumi-del-gargano/).
La Provincia di Foggia, in cui rientra interamente il Gargano, fa dell’arancia locale un vanto, spiegando che la Bionda “ha forma sferica o piriforme e buccia più o meno sottile, di colore giallo dorato intenso”. Si raccoglie dal 15 aprile a fine agosto.
Il disciplinare di produzione dell’indicazione geografica protetta dell’Arancia del Gargano prevede che il frutto venga “prodotto e confezionato in un’area che interessa i territori di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico e precisamente il tratto costiero subcostiero del Promontorio del Gargano che va da Vico del Gargano a Rodi Garganico, fin sotto Ischitella”.
Il Metodo di ottenimento contempla “una tecnica consolidata nella tradizione, idonea ad ottenere arance con specifiche caratteristiche di qualità”, in cui il “portainnesto, come da tradizione agronomica, è il Melangolo”, mentre “l’impianto dell’aranceto è fatto su terreni in pendio e su pianori”, in cui si procede alla loro protezione tramite i caratteristici muretti a secco.
Se “i primi riferimenti storici sull’esistenza della coltivazione degli agrumi sul territorio risalgono all’anno 1003”, è certo che “fin dall’antichità la fama dell’Arancia del Gargano aveva valicato i confini regionali ed era menzionata nelle opere di diversi autori, tra cui lo stesso Gabriele d’Annunzio: fin dal 1700 gli agrumi del Gargano diventano protagonisti di un’importante processione che ancora oggi si tiene ogni anno a febbraio, in onore di San Valentino, Santo protettore degli agrumeti, durante la quale si benedicono le piante e i frutti di aranci e limoni”.
Tra i produttori più appassionati, l’eroica Fausta Munno che spende tutte le proprie energie per tutelare il prodotto che coltiva nel territorio e per diffonderne la conoscenza, facendo da ambasciatrice anche di questa favolosa arancia.
I suoi frutti crescono rigogliosi, in rigoroso regime biologico certificato, nell’Oasi Agrumaria istituita dal Parco Nazionale del Gargano per dare risalto a questa antica tradizione agricola del territorio.
Fausta poi nella sua azienda agrituristica l’Arancia Bionda del Gargano la trasforma in favolose marmellate e liquori divini, oltre che in quel capolavoro delle scorze candite, le più buone mai mangiate.
E’ stata lei a mostrarci con orgoglio identitario il prezioso volume Rodi Garganico. Splendori di un passato, ideato e curato da don Matteo Troiano nel 1998 per l’Edizione Parrocchia S. Nicola, in cui si narra anche la storia dell’esportazione dell’Arancia del Gargano…
…con un ricco corredo di foto d’epoca e di riproduzioni dei materiali di imballaggio e promozionali del fiorente commercio del tempo.
Abbiamo chiesto a Fausta di spiegarci l’importanza di questa arancia, ci ha risposto nel video che segue.
Info: http://www.faustamunno.it/