Balgera, lo Sforzato e i vini tipici della Valtellina
Viene definita il “cuore della Valtellina” la località di Chiuro provincia di Sondrio in Lombardia, in cui ha sede l’azienda vitivinicola condotta dalla famiglia Balgera, situata nell’antica dimora nobiliare Quadrio: ed è proprio il cuore l’elemento che sorregge tale attività in un territorio difficile da coltivare ma in grado poi di ricompensare la fatica con eccellenza nel calice.
La sua fondazione risale al capostipite Pietro che già nell’800 commerciava vini con la confinante Svizzera…
… mentre a condurre l’attività è oggi il suo discendente Paolo con la famiglia e in particolare i figli Luca e Matteo.
Si tratta di 6 ettari di vigneti di proprietà “a cui si aggiungono conferenti esterni di qualità accuratamente selezionati e guidati, fra i terrazzamenti valtellinesi nel comune di Teglio (San Giacomo e Tresenda), nella zona del Sassella (Triasso) e nella zona del Grumello (Dossi Salati): la qualità dei nostri vini comincia dal lavoro in vigna e si avvale di due elementi che i nostri avi ci hanno insegnato a sfruttare al meglio, la natura e il tempo”.
Viene sottolineato come “sin da tempi assai remoti la Valtellina è stato un territorio di viticoltori: la posizione favorevole, l’esposizione a sud del versante retico e la protezione dai venti offerta dalle maestose Alpi generano un microclima particolare e pressoché unico, che nel corso dei secoli ha incentivato gli abitanti di queste zone a coltivare a vigneto gli oltre 40 km che vanno da Ardenno a Tirano: sono i famosi terrazzamenti della provincia di Sondrio, ricavati sul fianco roccioso della montagna, da dove nascono i pregiati vini della Valtellina”.
Elemento di continuità, il culto del Nebbiolo locale che in zona prende il nome di Chiavennasca, tanto ben adattato a questa natura da assumere peculiarità tutte sue.
Tanto che la filosofia aziendale “memore della lunga tradizione vitivinicola ma attenta all’innovazione e al rinnovamento, è tesa a valorizzare la Chiavennasca (Nebbiolo) con lunghi periodi di affinamento e un’agricoltura sostenibile”.
Le vigne “terrazzate con i tipici muretti a secco e tutte lavorate a mano, proprio come una volta” comportano “un compito faticoso, reso ancor più duro dalle caratteristiche dei terreni di queste zone sottratte alle rocce: quella che un tempo si definiva viticoltura eroica ma che a noi piace declinare in termini di passione e impegno, come testimoniano le ore di lavoro dedicate a ogni singola vite, rigorosamente senza l’impiego di diserbanti”.
Nella produzione di Balgera il vino identitario territoriale per eccellenza è il cosiddetto Sfursat di Valtellina, vino secco ma frutto di vinificazione di uve appassite che lo indirizzano decisamente verso sensazioni abboccate.
Lo Sforzato 2001 della cantina ha un bouquet di composta di susine, mentre al palato l’abbrivo è abboccato, puntando su radici di liquirizia, corbezzolo, visciola, cioccolato bianco, cannella e peperoncino.
Il sorso è cremoso, il finale persistente e lungo.
Tra le referenze anche tutte le declinazioni vinicole valtellinesi come Grumello, Sassella e Valgella, fino al Rosso di Valtellina da uve Nebbiolo 85% e altre varietà locali come Pignolo e Rossola Nera, caratterizzati da decisa impronta zuccherina, dispiego di frutti rossi, buon corpo ma senza perdere una facilità della beva favorita da freschezza e acidità.
Ad aggiungere informazioni su questi vini è Matteo Balgera nel video che trovate qui di seguito.
Info: https://www.vinibalgera.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/balgera