Bardolino sul Garda, il lago d’inverno è un concetto da considerare
Parafrasando il poetico testo della canzone scritta da Enrico Ruggeri per Loredana Bertè, il lago d’inverno “è un concetto che il pensiero non considera”, soprattutto quello dei turisti superficiali in cerca soltanto di movida e folla brulicante sotto il sole estivo o almeno primaverile: invece il viaggiatore sensibile non può che adorare le atmosfere cariche di riflessi umbratili degli ambienti lacustri nel periodo invernale, come quella di Bardolino che si specchia sul versante veronese del Garda.
Le medesime suggestioni ispirate a Ruggeri dal mare si possono applicare alle emozioni destate dal passeggiare sul lungolago di Bardolino, quando lo sguardo nota “verso l’interno qualche nuvola dal cielo che si butta giù”…
… mentre le “stanche parabole di vecchi gabbiani” sono sostituite dal sereno galleggiare di placide anatre sul pelo dell’acqua dai riverberi cangianti.
Sono gli stessi volatili che si aggirano curiosi intorno alle imbarcazioni ormeggiate in attesa di tempo migliore, in senso atmosferico, per riprendere il largo…
… per nulla infastidite dal lento e sparuto passaggio di persone che respirano serenità insieme alle loro bestiole al guinzaglio…
… vivendo l’ebbrezza di spazi liberi da godere in moderata solitudine, quando un ponte diviene luogo non più di rapido passaggio, bensì in cui stazionare rapito.
Intanto i secchioni (come noi) si soffermano a studiare la fauna ittica del lago, grazie a poster affissi per strada…
… all’ombra di ulivi che ci ricordano di essere in un’enclave mediterranea con colture e produzioni tipiche di molti chilometri più al Sud.
In attesa che si formino nuovamente le scalpitanti file davanti alla biglietteria di una società che offre la navigazione del Garda…
… ci si gode il pienissimo vuoto denso di magia dell’agglomerato urbano…
… e si lascia fuggire i pensieri in direzioni di quell’infinito pittoricamente interrotto dalle sagome dei monti.
Sensazioni imperdibili, da vivere adesso, prima che il caldo faccia sciogliere questo afflato lirico, sostituendolo con la folla rutilante e un sottofondo uditivo di dure dentali teutoniche.