BAS – BoscoArteStenico, in Trentino l’emozionante fusione dell’arte contemporanea con la natura
Soltanto effettuandola in prima persona nella realtà si può credere che una passeggiata possa arricchire la vita di una persona, imprimendola di stupore paesaggistico, estasi artistica, mistica bucolica, ritrovando l’entusiasmo infantile per il recupero di identità basiche offuscate dalla rutilante modernità e amplificando oltre l’immaginabile l’ampiezza della nostra sensibilità: agisce su eterni valori fondamentali dell’esistenza il BoscoArteStenico, un Museo d’arte nella natura che prende il nome da una suggestiva località del Trentino distante dal capoluogo appena una trentina di chilometri, accoccolata tra le monumentali braccia litiche della Val Giudicarie, poco distante dalle Terme di Comano, “in centro geografico tra le località di Riva del Garda, Madonna di Campiglio e Molveno Andalo”.
E’ già foriero di benessere lo stupendo tragitto per raggiungere il posto, un insieme di salite, discese e curve contrassegnate dalla dolcezza del movimento stradale e da improvvise aperture su quei panorami mozzafiato offerti da questa terra, per poi essere accolti dall’abitato di Stenico da dove si può apprezzare il Castello che si staglia su uno sfondo da cartolina.
I gestori sintetizzano l’esperienza del BAS come “un’agevole passeggiata completamente accessibile a disabili accompagnati, è il modo di conoscere le opere lasciate sul luogo d’esecuzione dagli autori ospiti di questo incontro con l’Arte contemporanea”.
Ma essendo stati accolti dall’appassionato ideatore e presidente di BoscoArteStenico, Maurizio Corradi, l’esperienza non si è limitata a imprimersi nella nostra sensibilità culturale, bensì è diventata lezione di vita, attraverso l’esempio di un uomo che ha cambiato l’esistenza per dedicarla totalmente alle proprie radici e quindi alla difesa e alla valorizzazione del luogo in cui vive, alla stessa maniera di tutte le altre persone che qui concorrono al mantenimento e alla valorizzazione di tale meraviglioso esempio di antropizzazione virtuosa.
Il BAS infatti è il progetto culturale di una comunità che un tempo usava le risorse di questo ambiente per la sopravvivenza quotidiana, ma una volta arrivato il progresso la stessa collettività ha deciso invece di assumere un ruolo di custodia del medesimo patrimonio, svolgendolo con commovente dedizione.
Tutto è nato nell’autunno del 2011 durante una passeggiata nel bosco sopra Stenico di un fotografo, un artista ed un’insegnante, così incantati dall’amenità del luogo da maturare l’idea “di valorizzarlo, di farlo conoscere ed amare al grande pubblico”. L’ambito di lavoro “di queste tre persone porta quasi naturalmente a concepire un progetto culturale che comprenda bellezza, storia ed immagine: questo luogo diventerà così la sede di BoscoArteStenico, un concorso tra artisti visivi, scultori e creatori di installazioni di land art”.
L’idea di inserire l’arte “eseguita utilizzando solo materiale naturale, rientra dunque, in questo progetto di comunicazione a metà tra cultura artistica e rispetto ambientale, chiaro invito ad una conoscenza ed utilizzo responsabili del territorio”.
Si aggiunga come “lo svolgimento della manifestazione e la creazione di questo percorso artistico sempre aperto al pubblico, intendono inoltre, far dialogare gli artisti provenienti da due tendenze diverse, una più tradizionale con la scultura su legno ed una più contemporanea con l’allestimento di installazioni nel paesaggio, mettendoli direttamente a confronto sugli opposti lati di una strada nel bosco”.
L’approdo più sorprendente è l’aver creato una “sorta di parco culturale dove l’azione del tempo e della natura andrà a modificare l’aspetto delle opere stesse, fino al loro naturale decadimento”.
Pertanto, una volta creata e installata, nessuna opera verrà più rimossa, nemmeno in presenza degli effetti del depauperamento organico dovuto all’uso di soli materiali naturali, quindi soggetti a invecchiamento.
Anzi, questo concetto chiaramente filosofico verrà portato alle estreme conseguenze, attendendo che l’opera si dissolva da sé secondo i tempi della natura, fino al punto in cui la materia biologica di cui è composta andrà a fondersi con il terreno che la ospita, facendosi assorbire da esso.
Simbolo di tanta armonia, la gioia espressa da una creatura che ci ha sconvolti per dolcezza, attenzioni, intelligenza e – oseremmo dire – perfino per l’umanità, Selva, un grande batuffolo di allegria della razza del Pastore dei Pirenei, appartenente a Corradi ma di fatto mascotte del BAS: per capirci, parliamo di un cane capace di riconoscere le persone più fragili in visita, dai portatori di handicap ai soggetti con ridotta forza fisica, tanto da affiancarli nei loro passi incerti per offrire il suo sostegno, mantenendo questa dedizione per l’intero percorso della mostra.
Presupposti di unicità di una struttura capace di strabiliare per la quantità e qualità di attenzioni verso ogni piccolo dettaglio del progetto, in cui la tutela di quanto presente è importante quanto il benessere e la felicità del visitatore, come dimostrato dalla presenza di diversi appoggi per il riposo, con panchine strutturate a loro volta alla stregua di espressioni artistiche, affinché anche una pausa fisica non distolga dalla contemplazione della bellezza…
… oppure dall’impagabile ristoro offerto da una fonte d’acqua che sbocca naturalmente dai massi, gelida come si conviene dopo un tragitto ipogeo, limpida e pulita alla stregua dell’ambiente in cui sgorga, così leggera nel sorso e ricca di sfumature organolettiche da offrire al palato il vero sapore ancestrale della nostra materia primaria, una bevuta indimenticabile che già varrebbe il viaggio…
… senza trascurare il generosissimo impegno pedagogico delle guide, il quale non si limita a illustrare l’evidenza delle opere artistiche, bensì si spinge a fornire dettagli su tutte le piante presenti, facendo così scoprire come ogni singolo albero sia non soltanto depositario di qualità botaniche ma anche protagonista di vicende storiche e simbolo di un territorio.
Un’empatia avvolgente che si coglie fin dal grazioso pannello ligneo in cui sono intarsiate le regole per la visita ma anche le indicazioni per orientarsi, tra divieti ineccepibili, stimoli auspicabili e inviti al buon senso.
Non hai ancora fatto un solo passo nell’allestimento ma puoi fin da adesso affermare di esserne irretito.
E’ lo stato d’animo migliore per immergersi nell’aspetto artistico, costituito da opere d’arte contemporanea distribuite “lungo un percorso nel bosco, occupandone i diversi livelli, l’erba, i tronchi, i rami: concepite sia come installazioni sia come sculture in tronchi fissati nel terreno, le opere dialogano tra loro e con i visitatori attraverso il linguaggio simbolico dell’arte”.
Con una simile spinta creativa, gli artisti sono indotti a dare il massimo, sprigionando una totale libertà espressiva la cui potenza li spinge a volare alto, creando un’osmosi tra capacità realizzativa tecnica e fantasia visionaria.
Spesso sono elementi naturali trovati in questo stesso ambiente a ispirare le opere, object trouvé sublimati dal pensiero del realizzatore, il quale partendo da un dono del bosco punta a renderlo volta per volta simbolo, esempio, racconto, monito, evocazione, allusione, metafora, divinazione, celebrazione.
Creando un’osmosi tra le istanze decennali delle correnti basate sulla durata effimera dell’opera come Earth Works, Arte Povera, Arte Concettuale e perfino gli happening, il BAS opera con coraggio non esibito pure l’azione di spogliare tali tendenze dell’enorme peso nell’evoluzione della storia dell’arte per ricondurle alla semplicità empirica dell’evoluzione naturale, tra suggestioni bibliche (“memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”) e piena ricezione di irrinunciabili valori odierni legati alla sostenibilità e all’eco-compatibilità di ogni azione umana.
Dal punto di vista iconografico ciò non comporta l’esclusiva adesione a dettami estetici imposti dai limiti fisici della materia impiegata nell’opera, poiché diversi artisti hanno invece voluto ricondurre tanta modernità d’approccio alla classicità della raffigurazione comprensibile, usando la scultura per delineare la realistica staticità di figure antropomorfe…
… o il dinamismo plastico di esibizioni corporee che ricordano l’eroismo dello sforzo sportivo…
… e l’estasi compressa dell’esibizione musicale.
Tra i tanti tocchi di classe, la capacità di giocare con la prospettiva e la segmentazione ottica dello spazio, dando vita a giochi visivi apparentemente offerti alla compulsione della foto e invece ancora una volta tesi a tradurre la presenza panica dell’elemento naturale in potenziale riflessione su un possibile trompe-l’œil endogeno e sugli inganni della percezione tesi a un miglioramento della realtà.
Quanto esposto e vissuto rientra nel progetto condiviso BAS&CO tutti insieme nelle biosfere in the world, cofinanziato dalla Riserva di Biosfera Unesco Alpi Ledrensi e Judicaria, frutto di una ricerca per individuare manifestazioni o eventi affini a Bosco Arte Stenico organizzati all’interno delle diverse Biosfere dell’Unesco, il cui scopo principale “è di permettere all’associazione di interfacciarsi con realtà simili per creare collaborazioni e sinergie”.
Naturalmente la visita ha le sue regole, vista la delicatezza delle opere ma anche della sua collocazione in pieno ambiente naturale: così a ogni utente è rivolto l’invito a “non lasciare traccia del tuo passaggio” e a “non entrare nelle opere d’arte”, un monito quest’ultimo rivolto pure ai fanatici del selfie estremo che per uno scatto sensazionale sono pronti a mettere a rischio la propria incolumità ma anche quella di ciò che hanno intorno.
Ogni anno l’esposizione viene arricchita da nuove opere, frutto di una chiamata alle arti nella forma di un concorso di idee certificato da un bando e improntato a un tema cui gli artisti interessati sono invitati a ispirarsi che per l’edizione 2022 della manifestazione è stato il “vento”.
Un sistema che unisce alle esigenze di rinnovamento espositivo anche una sorta di invito implicito al visitatore a tornare, un’esortazione che appare logica e irrinunciabile dopo avere assorbito il senso di perenne trasformazione trasmesso dall’esposizione.
Visitare il BAS così si conferma non soltanto una delle esperienze più esaltanti al mondo, ma anche un’opportunità di crescita personale introvabile altrove, al punto da rappresentare una tappa fondamentale per chi si interroga sul vero senso della vita.
Info: https://www.boscoartestenico.eu/