Birra agricola di Taverna del Vara, da una valle biologica nel levante ligure provincia della Spezia
Anche la provincia della Spezia dice la sua in ambito brassicolo, grazie a Taverna del Vara che nel Biodistretto ligure in provincia della Spezia produce “birre dalle ricette che profumano di tradizione”.
La struttura si definisce “un piccolo birrificio della Val di Vara, valle dichiarata biologica nel levante ligure, a ridosso delle Cinque Terre e sulla statale 523 che collega l’Emilia con la costa ligure”, raccontando di essere nata nel 2015 con la vocazione di produrre birre che rappresentino il territorio: per questo “abbiamo costituito una rete informale di piccoli produttori come noi che producono alcune delle nostre materie prime”, fondando pure un’azienda agricola che coltiva il luppolo.
Il birrificio “si sviluppa nella vecchia azienda di famiglia che faceva spume e vino e rivendeva acqua dal dopoguerra fino agli inizi del 2000”. Il primo sito di produzione “è stato proprio il laboratorio delle spume dei nonni”.
Il legame con la zona è testimoniato anche dalla peculiarità che vede le birre portare “nomi di paesi della valle e/o degli ingredienti che sono impiegati”.
Tre le colonne dell’attività: “Elisa Lavagnino, birraia e fondatrice del birrificio, ideatrice delle birre, si occupa della produzione e degli eventi; Simone Moscatelli gestisce e cura l’amministrazione della Taverna del Vara; Fabio Pallotta si occupa della gestione delle nostra immagine, cura i clienti e ci sostiene agli eventi”.
Durante la degustazione è potente la suggestione di stare davvero bevendo un pezzo di terra ligure e dei suoi prodotti agricoli, grazie a un’impronta elegantemente rustica (in questo caso non è un ossimoro) che rende queste birre intensamente materiche, sempre irrorate dai pregi organolettici dei cereali, mai banali nelle aromatizzazioni, come se volessero ricordarci a ogni sorso la natura agricola di tale attività brassicola.
Tutto è partito dall’identitaria Torza, una “birra chiara ad alta fermentazione di facile beva, ben bilanciata nei malti con note fruttate finali”.
La Baracchina riporta al contesto ambientale, essendo una birra ambrata che promette “sentori del miele millefiori biologico della Val di Vara aggiunto a fine bollitura”, mentre “zenzero e buccia d’arancia conferiscono note speziate e agrumate”.
Affascinante la Lampo, birra chiara “dai riflessi rosati dati dai lamponi biologici impiegati in bollitura”, nata dalla collaborazione con l’azienda agricola Pacha Mama in Lunigiana.
Notevole la Castelü, ambrata ad alta fermentazione con “malti base pale e aggiunta di malti caramellati, luppoli americani, melata di bosco biologica prodotta in Val di Vara, buccia d’arancia, cannella e grani del paradiso aggiunti a fine bollitura”.
Quella più emozionante è stata la Suvero, birra bianca che prende il nome da un antico grano bianco autoctono dell’omonimo paese della Val di Vara, nella quale il cereale “viene impiegato in prevalenza non maltato” con “l’aggiunta di coriandolo, coltivato da Zafferano di Rosso, a fine bollitura”: evoca, insieme alla frutta, antichi sentori di pane contadino.
Dal punto di vista del puro piacere, ha trionfato la Tramonti, birra chiara “che esprime note agrumate grazie all’impiego di bucce di bergamotto e limone aggiunte a fine bollitura”.
Eccellente per personalità e complessità la IGA per caso, Italian Grape Ale ad alta fermentazione “ispirata dalla nostra blanche Suvero, con grano antico presidio Slow Food e malto del Monferrato, luppoli americani e coriandolo, aggiunta a fine bollitura di mosto di vino di uve bianche delle Cinque Terre (Vermentino, Bosco e Albarola), prodotto da Giorgia Grande”.
Bio per caso è una Session IPA con “malto base biologico Pilsen della Malteria Monferrato, luppoli australiani, giapponesi e luppoli in fiore coltivati dalla nostra azienda agricola, I Paloffi, a Torza (SP), in bollitura e in dry-hop”.
Una realtà che conferma la crescita di qualità e consapevolezza dell’ambito della birra agricola.
Info: https://www.tavernadelvara.it/le-birre/