BoCs a Cosenza, gioiello d’arte contemporanea con museo e residenze d’artista più grandi d’Europa
Uno dei progetti più complessi, illuminanti, sensati e libertari dell’arte contemporanea in Italia, capace di sprigionare intelligenza, visione e progettualità talmente intensi da incantare il visitatore sensibile e da guadagnarsi plauso e forte stima pure fuori dai confini nazionali: è un gioiello riassunto nell’acronimo BoCs, il quale già contiene attraverso la sigla finale il riferimento al luogo in cui si trova, la sorprendente e seducente Cosenza in Calabria, dove si compone di un vasto museo e di residenze d’artista da più parti valutate come le “più grandi d’Europa”.
Il BoCs Museum si trova in via Quattromani Sertorio 23 all’interno del Complesso Monumentale di San Domenico del XV secolo.
Rappresenta il Museo di Arte Contemporanea di Cosenza e contiene la collezione delle opere cedute dagli oltre trecento artisti che a partire dal luglio 2015 hanno soggiornato e creato nelle residenze chiamate BoCs Art.
Il museo viene presentato come “un’esposizione molto ricca, incentrata sui linguaggi del contemporaneo, che raccoglie opere eterogenee raccontando attraverso esse tutta la varietà dell’arte odierna e spaziando dalla fotografia alla scultura, dai lavori open-air alle installazioni”.
Tra le intenzioni, essere “una fabbrica di creatività, oltre ad un contenitore di opere d’arte che offre a turisti e cittadini un ampio panorama di tutte le modalità tecnico-espressive praticate dagli artisti contemporanei; un ensemble di pregio che dona a Cosenza un ruolo di primo piano nel panorama dell’arte contemporanea internazionale”.
L’importanza dell’esposizione è sancita dalla presenza di alcune firme di grande fama, come quella del poliedrico Gianluigi Colin che fondendo le sue attività di artista, art director e giornalista qui lascia il proprio segno con un’installazione frutto del suo lavoro per il Corriere della Sera (2018).
Tra le immagini che maggiormente ci hanno colpito, l’estetizzazione di un pericolo letale in Pistolata (Fontana) (2019) di Matteo Montagna…
… Francesco Fusi che con Le gemelle (2018) fa pensare a un’attualizzazione quasi liberty di un’ossessione kubrickiana apparsa in Shining…
… la ritrattistica antropologica di Tommaso Pincio con Né madri né fattrici (2018)…
… la frantumazione kitsch della sacralità archeologica di Damien La Lapeleire in Study for a column (2018).
L’altra parte del progetto è rappresentata dalle citate residenze d’artista dislocate nell’appartato tratto di lungofiume di via Dante Alighieri, attorniate dalla vegetazione fluviale che ne alimenta il fascino, così come dà la sensazione di un percorso iniziatico il fondo stradale naturale in pietra che le precede e circonda.
Per i gestori questi BoCs Art sono “uno dei progetti che ha condotto la città di Cosenza a posizionarsi come uno dei luoghi più interessanti in Italia per quanto riguarda l’architettura contemporanea”.
Si tratta di Residenze Artistiche Internazionali la cui costruzione è stata avviata nel luglio 2015 lungo il fiume Crati per ospitare artisti italiani e stranieri selezionati in base alle diverse generazioni e alle ricerche contemporanee, operanti negli ambiti di pittura, scultura, fotografia e installazioni.
Il progetto prevede che “gli artisti al termine del periodo di residenza lasciano un’opera in omaggio alla città: ogni creazione va ad alimentare e arricchire la collezione di arte contemporanea del BoCs Museum in cui vengono esposte queste opere a cicli trimestrali”.
Un’operazione che rivendica pure un ruolo sociale per la comunità locale “chiamata a partecipare alle attività legate a queste strutture: i cittadini sono coinvolti attivamente nella realizzazione delle opere d’arte, partecipano ai workshop organizzati dagli artisti residenti e inoltre sono ospitati alle performance e ai dibattiti organizzati che prendono vita per le strade della città”.
A tutto questo si aggiunga la lungimiranza di avere realizzato le strutture con materiali ecocompatibili e architetture non invasive per il bellissimo paesaggio circostante.
In questo modo le residenze si fondono olisticamente con gli elementi naturali, anche grazie a forme geometriche di delicata razionalità che evocano dei monitor, come se venisse rivolto un invito al visitatore di passaggio a lanciare uno sguardo lecito verso i work in progress qui ospitati.
Ma anche in assenza di fermento creativo la visita regala emozione, quella di una parentesi fuori dal mondo ordinario, un’immersione nei valori ambientali antropizzati sempre così decisivi nella millenaria vicenda della splendida Cosenza.
BoCs in tutte le sue declinazioni non è soltanto motivo di legittimo orgoglio identitario per gli amministratori locali, bensì anche uno dei principali richiami turistici di una città che ha puntato con decisione sulla cultura alta come attrattore primario, sfoderando una ricchezza di esposizioni museali impressionante per un comune di poco più di sessantamila abitanti, toccando tutti gli ambiti, dall’archeologia all’arte contemporanea, dal fumetto alla multimedialità.
Una ricchezza alimentata dalla grande cura rivolta ai beni culturali e dalla febbrile attività divulgativa messa in atto dalle istituzioni, come abbiamo potuto verificare osservando la dedizione pedagogica di Maria Cerzoso che oltre a dirigere il Museo dei Brettii e degli Enotri si prende cura anche dei vari aspetti dei BoCs, punta di diamante dell’offerta intellettuale di Cosenza e testimonianza attiva della sua fibrillante modernità.
Info: http://www.cosenzaturismo.com/poi/bocs-museum/
http://www.cosenzaturismo.com/poi/bocs-art/