Cantina Kostantakis a Milos, vini dalle uve autoctone delle Cicladi
Per gli storici è assodato che nelle Cicladi siano state create le fondamenta della civiltà occidentale, allo stesso modo i vignaioli di questo meraviglioso arcipelago greco sono orgogliosamente convinti che nelle medesime isole del Mar Egeo siano nate in tempi remoti tipologie di vino poi esportate nel resto della regione e oltre, anche alla luce della presenza di tante varietà di uve autoctone…
… ed è di questo avviso anche Kosta Mallis che sull’isola di Milos produce nettari identitari nella sua cantina Kostantakis, nello stupendo villaggio di Pollonia.
Kosta infatti coltiva esclusivamente vitigni autoctoni che si chiamano Assyrtiko, Monemvasia, Malagousia, Mavrotragano, Aidani, Mandilaria, Savatiano, Roditis.
Spiega che si tratta di “viti coltivate nel terreno vulcanico e poroso di Milos in condizioni climatiche calde e secche”.
Il primo vigneto, “uno dei più antichi di Milo, fu piantato dal nonno della famiglia Kostas Mallis e rimane ancora produttivo: durante gli anni ’70 suo figlio Peter subentrò, mentre nel 1995 suo nipote, Kostas Mallis, allargò le colture”.
Nel 2012 è stato piantato il nuovo vigneto con le citate varietà cicladiche, in un terroir che “conferisce ai prodotti agricoli dell’isola e al vino dell’azienda Kostantakis sapori unici”.
I vino vengono fatti maturare “in un labirinto sotterraneo che fornisce l’umidità necessaria e una temperatura costante e fresca”, letteralmente scavato nella roccia.
Anche questa è una peculiarità dell’isola, poiché Milos è nota per la straordinaria varietà geologica, con differenti tipi di rocce e minerali che incidono sui paesaggi regalando scenari da sogno, oltre ad avere determinatola millenaria intensa attività mineraria del posto testimoniata anche da un documentatissimo museo.
Nello stesso ambiente scavato nella roccia vengono accolti visitatori e clienti, per degustazioni entusiasmanti.
Obbligatorio partire dal prodotto più particolare in assoluto, la Retsina, blend di Savatiano al 60% e Roditis al 40% la cui peculiarità è l’aroma conferito dalla resina di Pino d’Aleppo aggiunta al mosto nella fase finale della vinificazione: già nota agli antichi Greci, al naso rivela subito la presenza dominante della sostanza vegetale aggiunta, mentre al palato trionfa la camomilla seguita dall’alloro, senza mai perdere però un giusto equilibrio organolettico.
L’Assyrtico è realizzato in purezza con la dicitura Spilia, regalando profumi di fiori di primavera e toni ipogei. Forte l’acidità, intrigante il retrogusto amaro erbaceo, con un finale che conquista con toni di liquirizia. Per niente ruffiano, da capire.
Questo e il precedente vino sono distribuiti in Italia da Proposta Vini (http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=kostantakis).
Lo Spilia bianco, da uve Savatiano e Roditis, a un tenue bouquet fruttato associa in bocca sentori di albicocca e pera, rivelando una beva molto scorrevole.
Molto particolare e gradevole lo Spilia rosé dai vitigni Moscato, Maurotragano e Mandilaria che profuma di rose caramellate e miele di tarassaco, mentre al palato sviluppa fragole di bosco e corbezzolo. Stessa composizione di uve nello Spilia rosso che a un bouquet da vino contadino di una volta fa seguire in bocca susine e ciliegie, mentre il corpo leggero e i pochi tannini consentono di gustarlo pienamente anche refrigerato.
Nelle immagini che seguono, le riprese effettuate a Milos dei vitigni e della sede della cantina Kostantakis, grazie alle quali potrete notare la coltivazione della vite ad alberello tipica delle isole mediterranee.
Info: https://www.kostantakis.gr/index.php/