Cantina Luigi Giusti nelle Marche, un secolo di espressioni da sogno di Lacrima di Morro d’Alba
“Siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella… Luce che cade dagli occhi, sui tramonti della mia terra… Su nuovi giorni”: questi versi scritti da Zucchero per una canzone che la voce di Elisa condusse a una vittoria al Festival di Sanremo sono perfetti pure per sintetizzare l’emozionante vicenda della famiglia Giusti, da circa un secolo concentrata anch’essa nella stessa Lacrima, quella di Morro d’Alba però, miracolo ampelografico del territorio marchigiano della provincia di Ancona capace di dare vita grazie alle loro sapienti cure a uno dei vini più buoni e di maggiore personalità del mondo intero.
E’ dalla stessa Cantina Luigi Giusti che tengono quale prima cosa a sottolineare come l’attività veda “un vitigno al centro di tutto, il Lacrima, coltivato tra le colline di Castellaro di Senigallia, nel cuore delle Marche”.
Aggiungendo che si tratta di “un sogno che la nostra famiglia porta avanti con passione dal 1930”.
Infatti “tutto inizia nel 1903, con il viaggio di un ragazzo che da migrante va in America per cercare di costruirsi un futuro: dopo alcuni anni, con il frutto di quel lavoro, decide di tornare in Italia per comprarsi un piccolo appezzamento di terreno”; si tratta di Filippo Giusti, il quale “cominciò così ad avere un posto dove far crescere le proprie radici: da lì parte un lungo cammino e cresce una passione per la terra, l’allevamento e dagli anni ’30 la coltivazione della vite che ha coinvolto, dopo Filippo, anche mio padre Luigi e me”.
Parole di Piergiovanni Giusti che sta proseguendo con immense quantità di amore, dedizione e abnegazione la tradizione familiare, mantenendo sempre un placido sorriso che pare metafora del senso di accoglienza che lo accomuna alla sua terra.
“Negli anni ‘50 i miei genitori, Luigi e Maria Giusti, rilevano la cantina storica di Castelferretti, situata di fronte al castello del XIV sec.”, racconta Piergiovanni, “qui, anno dopo anno, sono state trasformate le uve delle nostre vigne del Castellaro, dove si è sviluppato un progetto agricolo che ha sempre avuto al centro la coltivazione della vite, in particolare del vitigno Lacrima; in questo contesto familiare è iniziata la mia esperienza in azienda: alla scomparsa di mio padre, ho continuato a coltivare il Castellaro con l’aiuto di mia moglie Elena, piantando nuovi vigneti e realizzando una nuova cantina di vinificazione; lavoriamo ogni giorno con l’obiettivo di produrre le uve migliori, per realizzare il sogno che avevo condiviso con mio padre, contribuire a dimostrare che il Lacrima è un grande e originale vitigno autoctono”.
Per questo “i nostri vini sono dedicati a Luigino Giusti, alla sua caparbietà e al suo grande cuore”.
L’azienda “si estende tra le colline del Castellaro, nel Comune di Senigallia, all’interno del comprensorio della DOC Lacrima di Morro d’Alba, a un passo dal mare: colline che scendono dolcemente verso il mare, con il golfo di Ancona sullo sfondo, la linea azzurra dell’Adriatico che spunta oltre il profilo del colle di Montignano che ci protegge dalle correnti del nord”.
In questo ambito la struttura conta su “13 ettari di vigneto Lacrima, a cui si aggiungono 2,5 ettari divisi tra Verdicchio, Incrocio Bruni 54 e altri vitigni a bacca nera; i sesti d’impianto vanno dai 3500 a 4500 ceppi per ettaro, la forma di allevamento è il guyot ramificato e le potature sono fatte senza tagli grandi ma cercando di rispettare il portamento e l’integrità delle viti”.
La filosofia di Piergiovanni è chiaramente esposta: “fin da piccolo, quando ho iniziato a scoprire questi luoghi con mio padre, ho sentito che il Castellaro fosse un posto speciale: la qualità e l’unicità delle uve che mi ha dato in questi anni provano che tutto dipende dal suo microclima, dalle brezze marine e dalla esposizione a sud, dal suolo e dallo stato di salute delle viti a cui poi si unisce il nostro lavoro di ogni giorno; cerchiamo ogni anno di riuscire a fondere tutto ciò nei nostri vini affinché in essi si possa riconoscere l’identità del Castellaro”.
Diventa logico quindi che qui si seguano “le regole della coltivazione biologica, il modo migliore per custodire il suolo e per avere frutti che esprimano la vitalità e identità di questo territorio pur nelle differenze delle singole annate: effettuiamo il sovescio e non utilizziamo diserbanti, ma solo concimi organici e prodotti a base di rame e zolfo, controlliamo le rese di uva per ceppo eseguendo potature corte ed effettuando il diradamento dei grappoli in eccesso, la raccolta avviene in base al grado di maturazione, con diversi passaggi manuali e le uve vengono poste in piccole casse condotte immediatamente alla cantina”.
I processi di vinificazione invece “sono svolti interamente nella nostra cantina del Castellaro, ampliata nel 2006 per far fronte alla crescente realtà aziendale”.
Già la base di Lacrima di Morro d’Alba Bio evidenzia la grande complessità di questo vino favoloso in tutte le sue declinazioni, dispiegando al naso un tripudio di frutti rossi misti a violette e rose che al palato si precisa in mora, mirtillo, ciliegia, lampone e ribes, accompagnati da una stimolante mineralità.
Il Lacrima di Morro d’Alba 9 spogliato dai solfiti aggiunti puntualizza invece note silvestri all’olfatto, mettendo in evidenza al gusto la pienezza del frutto, come il mirtillo e la visciola, insieme alla prugna essiccata.
Volano nell’Olimpo dei grandissimi vini le selezioni della casa.
Il Lacrima di Morro d’Alba Selezione Rubbjano accentua i profumi di viola rispetto alle precedenti versioni, portando in bocca confettura di prugna, fico dottato, mora di rovo, liquirizia e una nota di dulce de leche.
Un capolavoro la Lacrima di Morro d’Alba Selezione Luigino con il suo magnifico bouquet che unisce brioche e mostarda, per poi incantare il palato con una fantastica impronta zuccherina capace di veicolare fragola Sabrosa, prugna, ribes rosso, ciliegia candita e succo di melagrana.
La sua amabilità è entusiasmante, resa indelebile da una persistenza infinita impreziosita dalla suadente nota minerale del finale.
Potenza e riconoscibilità organolettica permangono anche nelle traduzioni in rosato del vitigno.
Le Rose di Settembre, da Lacrima di Morro d’Alba non riportata in etichetta, conferma l’intensità floreale al naso tra viola e rosa, mentre in bocca lascia esplodere la fragola, accompagnata da marasca e lampone, con screziature di mela, albicocca e pera, fino a sentori di frutta secca.
La spumantizzazione esalta le caratteristiche precedenti caricando di golosità il Rosato Brut Bollarosa che lavora con metodo Martinotti la Lacrima di Morro d’Alba, esaltando la fragolina di bosco tanto all’olfatto che al gusto, dove si avvertono pure lampone, gelso americano, pompelmo rosa e albicocca tardiva Caramella.
Tutta questa meraviglia ha rischiato di andare perduta nel suo territorio di elezione e decisivo è stato proprio il lavoro della cantina Giusti nell’impedirne prima l’oblio per dopo tutelarla e valorizzarla, rilanciandola nel mercato del vino che conta.
Bisogna quindi ascoltare le vive parole di Piergiovanni Giusti per comprendere appieno l’anima di questo mondo pieno di sentimenti, impegno, sapori e valori: possiamo ascoltarlo nell’intervista seguente.
Info: https://cantinaluigigiusti.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/giusti/