Cantina Pianbello, dalla provincia di Asti le bollicine dell’Alta Langa
Nel cuore del Moscato più famoso con tutte le sue declinazioni, c’è una cantina che vuole ricordare come il medesimo territorio sia stato il primo in Italia ad adottare il metodo classico per i vini spumanti: è la Cantina Pianbello situata nel comune di Loazzolo, in provincia di Asti, la quale “in un angolo incontaminato di Langa astigiana, in mezzo a vigneti di Moscato, Dolcetto, Chardonnay e boschi rigogliosi” dà vita alle sue declinazioni di bollicine dell’Alta Langa.
Rientra infatti anche nel Consorzio Alta Langa che ha sede proprio ad Asti (https://www.altalangadocg.com/), il quale propone quello dei propri associati come “lo spumante brut del Piemonte”, contando sulla circostanza che “fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle Cattedrali Sotterranee oggi riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco”, composto da “uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile: può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare, almeno 30 mesi”. Altra peculiarità è che l’Alta Langa “è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia”.
La cantina Pianbello vi rientra per volere dei titolari della famiglia Cirio “che vanta anni di storia contadina dedicata interamente alla produzione del vino di qualità, cercando di sfruttare al meglio le risorse eccezionali che queste terre offrono, produce da due generazioni i vini tipici della Langa astigiana e del territorio di Loazzolo”.
E’ qui che dal 2008 Pianbello cura la produzione dell’Alta Langa Brut Metodo Classico, composto da Pinot Nero e Chardonnay in due referenze.
In merito al Pianbè Altalanga Brut sul sito del Consorzio viene fatto notare come “non è da molto tempo che viene piantato il vitigno Pinot Nero in queste zone, ma i risultati si sono rivelati eccellenti, mentre lo Chardonnay era già affermato e con dei fantastici aromi e spiccata acidità”. Infatti la composizione prevede 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, con fermentazione in parte in barrique di rovere francese e in parte in acciaio, quindi rimanenza sulle fecce per 36 mesi.
Fantastico il suo bouquet di frutta matura, mentre in bocca un petillant fitto e stimolante scatena intensamente un caleidoscopio agrumato in cui si intercettano dal limone allo yuzu, insieme a una curiosa nota di panna fresca e sentore di mango.
C’è anche un Pianbè Rosè Brut metodo classico che dice la sua ancora con il blend di Pinot nero 80% e Chardonnay 20%, partendo da un perlage elegante e proponendo al naso questa volta sentori floreali, mentre al palato si presentano con maggiore intensità la caratteristica crosta di pane insieme a litchi, pompelmo rosa e ribes giallo.
L’azienda ha elaborato anche una versione più basica dell’assemblaggio di Pinot Nero e Chardonnay ma questa volta utilizzando il metodo charmat, dando vita così allo Cherie che si distingue per un frutto più fresco e zampillante, esaltato da una maggiormente distinta mineralità.
Abbiamo fatto il punto su questa produzione con Gianluca Scaglione, nel video sottostante.
Info: https://www.pianbello.com
Distribuzione: http://www.propostavini.com/info-per-ordini