Cantina Sancio, da Spotorno (SV) i classici da bere della Liguria
Un rapporto familiare che genera una delle più convincenti attività di custodia della classicità enoica ligure è alla base dell’attività della Cantina Sancio di Spotorno, in provincia di Savona, sei ettari vitati inseriti nel suggestivo paesaggio che comprende Spotorno, Vezzi San Giorgio, Orco Feglino, Finale Ligure e Celle Ligure, guidata da Riccardo Sancio.
Fu suo padre Mario a fondare negli anni ’60 del secolo scorso l’azienda vitivinicola di famiglia, chiamandola Cappellania “in onore del nome della località nella quale piantò le prime viti di Pigato”. Agente di commercio nel settore dei vini, Mario abbandonò presto il lavoro di rappresentante “per dedicarsi a tempo pieno e con grande passione alla sua azienda con il desiderio di vederla crescere e maturare”, fino a costruire la nuova cantina nel 1996, quando “l’azienda inizia a dotarsi delle prime attrezzature, tra cui le vasche termo condizionate per la produzione dell’amato Pigato”.
Da lì, una crescita continua conquistata con “la passione per il vino, l’esperienza acquisita, il rispetto per il territorio e la dedizione delle persone che vi lavorano”.
E’ nel 2000 che l’azienda diventa Sancio Azienda Agricola, compiendo così il passaggio dalle prime 500 bottiglie di Pigato prodotte da Mario alle 45.000 che oggi la famiglia Sancio fa uscire dalla cantina in posizione dominante, dalla collina a fianco al Castello Vescovile di Spotorno, attraverso referenze di qualità che rappresentano la migliore tradizione ligure, come Pigato, Vermentino e Rossese.
Le uve “vengono raccolte manualmente in apposite cassette areate e conferite in cantina nel più breve tempo possibile, dove, dopo una prima ispezione visiva, vengono pesate e convogliate in vasca (criomacerazione per le uve bianche o vinificazione uve rosse) o nella pressa per la spremitura soffice (vinificazione in bianco)”.
Le fermentazioni “avvengono in vasche inox a temperatura controllata, per i vini rossi con rottura ripetuta del cappello con rimontaggi e ossigenazione”.
L’affinamento dei vini bianchi “viene effettuato sulle proprie fecce fini: per rispettare il più possibile le caratteristiche organolettiche, le filtrazioni avvengono con l’ausilio di cartucce filtranti a membrana, decisamente meno invasive dei tradizionali cartoni”.
Il Pigato Riviera Ligure di Ponente si presenta con frutta matura esotica all’olfatto, mentre al palato un tenue approccio minerale veicola limone, nespola e una nota di alloro.
Chiude con una sapidità irresistibile che rende la beva molto golosa.
Il Vermentino Riviera Ligure di Ponente giganteggia con il suo classicismo intriso di mineralità da cui sboccia un bouquet floreale che incanta, mentre un tocco zuccherino si stende su evocazioni di pera e nettarina, su cui si innerva una sensazione erbacea irresistibile.
Il Rossese Riviera Ligure di Ponente esprime al naso sensazioni di muschio e selva insieme alla tipica stuzzicante impronta di rosa canina, mentre in bocca è un soffio carezzevole che porta con sé fragolina di bosco, ribes rosso, melagrana e karkadè.
La sua acidità è parecchio stimolante e sostiene una beva superlativa.
Questo progetto dalle forti tinte identitarie è ancora più vivido nelle parole di Riccardo Sancio che possiamo ascoltare nel video sottostante.
Info: http://www.cantinasancio.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/sancio