Il Capestrano: ristorante abruzzese a Milano
Il Capestrano è il ristorante per eccellenza se cercate le ricette della tradizione abruzzese a Milano. Abruzzo protagonista a 360°, a partire dal menu fino alle sale del ristorante, al Capestrano che prende il nome dall’antico guerriero del VI secolo a.C. rinvenuto nell’omonimo paese in provincia dell’Aquila: è un ristorante di cucina tipica abruzzese in veste contemporanea, sorto di recente all’interno di un palazzina di ringhiera di inizi Novecento, sapientemente ristrutturata dall’imprenditore abruzzese Wladimiro Babbo, in un’emergente zona post-industriale a metà di via Ripamonti.
L’imprenditore Wladimiro Babbo, per gli amici Roberto, abruzzese di Avezzano in provincia dell’Aquila, acquistò una palazzina di ringhiera con facciata in stile liberty e iniziò i lavori di recupero.
Inizialmente, nelle vecchie cantine, gli venne l’idea di crearvi un’enoteca dove degustare vini e prodotti tipici della sua regione, ma durante i lavori di recupero che hanno portato alla luce parte delle strutture originali (travi e mattoni a vista) ha maturato l’idea di dedicare alla ristorazione uno spazio più grande e quindi di aprire un locale di quattro sale specializzato nella cucina abruzzese attualizzata.
Con passione (per la cucina e per la sua regione) ha seguito e segue il progetto del Capestrano come un figlio: un work in progress che ogni giorno cresce arricchendosi di nuove ricette, etichette speciali, degustazioni di prodotti tipici, incontri, che hanno sempre come punto di riferimento la cultura, la storia e le tradizioni dell’Abruzzo.
I piatti in carta recano la firma dello chef nell’alleggerimento di alcuni condimenti (olio e grassi) che oggi, rispetto al passato, non hanno più senso di esistere, ma i protagonisti assoluti restano i prodotti e gli ingredienti del territorio, di cui Il Capestrano si fa con orgoglio vetrina: dall’oro di Navelli, il leggendario zafferano, alla Mortadellina di Campotosto dal caratteristico quadrotto di grasso al centro, agli speciali Pecorini da gustare con le fave (di Farindola, canestrato di Castel del Monte e gregoriano di Scanno), ricordando che qui tutto è fatto in casa, dal pane casereccio con patate alla pasta alla chitarra fino alle salse madri per la carne.
Una lavagna d’antan racconta i piatti del giorno ed eventi e degustazioni in programma; accanto, più raccolta, la sala del caminetto e della rosticceria a vista, dedicata a Pescara, dove la brace della griglia a carbone sfrigola senza sosta per cuocere i rinomati arrosticini abruzzesi.
Esprimendo Il Capestrano l’essenza dell’Abruzzo, la carta dei vini non poteva che essere regionale. Studiata e organizzata con passione dal titolare Roberto Babbo, la carta si apre con una piacevole pagina introduttiva che racconta l’Abruzzo enologico e i suoi vitigni, primo fra tutti il Montepulciano d’Abruzzo.
Al suo interno la divisione è stata fatta – come per gli ambienti del ristorante – per province, per ciascuna delle quali sono state selezionate cantine d’eccellenza.
La carta poi abbraccia etichette selezionate nelle varie regioni d’Italia, chiudendosi con un vino passito e uno muffato per i dessert, oltre al tradizionalissimo Vino Cotto che anticamente veniva prodotto nell’anno di nascita del primogenito, per essere poi consumato nel giorno delle sue nozze. Il processo per ottenerlo? Dopo la cottura a fuoco diretto, il mosto cotto viene aggiunto di mosto fresco e successivamente fatto fermentare in piccole botti di legno, dove matura per oltre 36 mesi: si consuma a partire dal terzo anno successivo a quello della vendemmia come vino da dessert.
Info: www.ilcapestrano.it