La Casa de Frida a Latinoamericando, il Messico come non lo avete mai mangiato
Scordatevi ogni precedente esperienza di ristorazione messicana: alla Casa de Frida al festival Latinoamericando finalmente capirete come si mangia davvero in Messico.
Ve lo diciamo noi che ormai da anni evitavamo i locali messicani, divenuti tutti un’accozzaglia di banalità sempre uguali a uso soltanto di palati superficiali. Nei ristoranti di questo genere infatti la qualità gastronomica è ormai all’ultimo posto: ci vanno i ragazzini per fare casino o gli adulti caciaroni per sfogare pulsioni cafone, ben ricambiati da ristoratori senza scrupoli che rifilano agli avventori le stesse robe per turisti del gusto che si trovano anche al supermercato.
Tutto questo non accade al ristorante messicano del festival Latinoamericando, dove la cucina del Messico torna a essere una cosa seria, finalmente. Per questo è obbligatorio farci una visita in questa estate, per riabilitare anni in cui la gastronomia messicana è stata svilita e vilipesa.
Merito della direttrice della manifestazione, Franca Degasperi, la quale si è accollata il rischio imprenditoriale in prima persona, mettendosi a gestire direttamente La Casa de Frida, al fine di avere il totale controllo della proposta culinaria.
Il risultato è clamoroso. Già a partire dall’arredamento, arrivato direttamente dal Messico, si avverte il grande buon gusto della signora Franca, come la chiamano in confidenza: sono tavoli e sedie di legno, intagliati a mano da grandi artigiani capaci di mettere insieme raffinatissimo design ed estrema comodità.
I fornelli sono stati affidati all’autoctono Juan Carlos Tovar Clemente, persona squisita quanto le pietanze che prepara.
Si apre con un tris di tacos con salse tipiche, tra cui spicca la freschezza balsamica del guajamole azteco a base di avocado. Da accompagnare con una Desperado, birra alla tequila, con la bevanda alcolica che segna il gusto, insinuando dolcezza, ma non la gradazione.
Si passa al Super Mex Burger, bomba di carne impreziosita da un intero uovo fritto a occhio di bue che lo ingolosisce in maniera sorprendente.
Le fajitas in Messico sono una portata da bar o da riunione di famiglia, qui diventano un superbo piatto di carne alla piastra (noi abbiamo assaggiato quella di pollo) da insaporire con peperoni e cipolla cotta.
Tra gli insaporitori, anche il pico de gallo, molto acido e piccante, ma anche corroborante.
Discorso a parte per la purea di fagioli neri, quelli che in Messico sono destinati alla tavole dei poveri, mentre i ricchi si beano dei fagioli rossi: sono un soffio in bocca che sa di terra buona e si porta dietro un carico di Storia, della quale è orgoglioso il cuoco Juan Carlos che eleva questi legumi a elemento identitario della propria dinastia.
Portate accompagnate adesso dal mojito analcolico al tè verde.
Si chiude con degli eccezionali burrito, squisitezza di formaggio fuso, incendiato di piccantezza dal jalapeño, peperoncino tozzo che ci spiegano prendere il nome dalla città di Xalapa.
Tocco di classe del locale, la presenza di un barman fuoriclasse come il brasiliano Rafael Ferreira, istrionico e gradevole, ricco di esperienza internazionale, come di entusiasmo e talento. E’ pronto a stupire con frullati che sembrano cocktail, pur senza alcol, basati su puree di frutti tropicali a giusta maturazione.
Scommessa vinta dunque per Franca Degasperi, dalla quale ci siamo fatti spiegare la vera cucina messicana.
Info: www.latinoamericando.it