Da Cascina Carlot, il metodo classico di Moscato maturato nel pozzo
Un sogno tradotto in nettare: lo spumante metodo classico di Moscato di Cascina Carlot è la traduzione liquida di cosa possa generare lo slancio onirico dell’Uomo.
Mette insieme fantasia, determinazione, poesia, sapienza, follia, amore, tutte pulsioni irregolari che allontanano dalla grigia omologazione e conducono all’appagante luminescenza dell’originalità.
Il sogno avverato di Claudio Mo è stato quello di dare vita a un vino che proseguisse nel solco della vitivinicoltura romantica del nonno Mario, la quale dall’osservazione empirica traeva tutta la saggezza del mondo, attingendo energia e sensibilità dai ventricoli più reconditi del proprio cuore pulsante.
Tutto parte da vecchie viti di Moscato Bianco di Canelli coltivate nei vocatissimi terreni argillosi dell’area di Coazzolo, nella provincia di Asti.
La spumantizzazione segue le regole del metodo classico, ma a scompaginare l’ortodossia ingessata è la pratica di mettere a riposo le bottiglie per due anni all’interno di un pozzo, sott’acqua, per influire materialmente sulle atmosfere sviluppate dai lieviti indigeni del vino, ma anche per incidere poeticamente sul risultato finale.
Non si tratta di una delle già note (e trite e fruste) trovate di maturazione di bollicine in ambiente subacqueo, ma di qualcosa di realmente più profondo. Tale metodologia di conservazione ha infatti tradizione ancestrale in Piemonte, basti pensare al burro che nel cuneese veniva serbato sott’acqua, proprio dentro al pozzo.
In questo caso si tratta di un vecchio pozzo di famiglia di circa trenta metri che rappresenta l’ambiente ideale per tale vinificazione, grazie al riparo dalla luce e alla temperatura costante tutto l’anno non superiore ai 15 gradi.
Un pozzo in cui si specchia l’entusiasmo endemico di un giovane vignaiolo capace di comprendere come il futuro del vino non possa prescindere dal suo passato più autenticamente bucolico.
L’esito nel bicchiere conferma la bontà delle intenzioni, perché l’esuberante reticolato organolettico di questo spumante chiamato Mario e il Pozzo entusiasma quanto il suo sostrato filosofico, fin da quel suo complesso bouquet che ti accoglie in un trionfo di pasticceria.
Il petillant è delicato alla vista quanto lieve al palato.
Il sorso è pulito e asciutto, di rara eleganza.
I sensi intanto colgono toni di mango e si perdono in sensazioni esotiche.
Per avere prova delle istanze umane che sorreggono il progetto di questo vino, ascoltate le parole appassionate di Claudio Mo nel video che segue, mentre racconta la genesi della spumeggiante visione liquida attinta dal pozzo della sua storia personale.
Info: http://www.cascinacarlot.it/moscato_mario.html