Castel Noarna, vini bio artigianali sulle colline di Rovereto (Trentino)
Ci sono realtà vitivinicole che trascendono il legittimo orgoglio del proprio specifico operato per inserire l’attività vitivinicola in un ambito più esteso e complesso in cui il vino si mischia con la Storia, l’arte figurativa, l’antropologia, la pedologia, come accade con la cantina Castel Noarna che si trova a Noarna di Nogaredo in provincia di Trento e il cui nome già prelude al suo essere collocata in un castello, quindi in un contesto antico che in questo caso risale addirittura al Medioevo.
Il castello in oggetto è stato protagonista della storia della Vallagarina soprattutto tra l’XI il XV secolo. E’ intanto un simbolo di resilienza, essendo “risorto dalle proprie rovine dopo essere nato probabilmente come fortificazione in epoca romana”, mentre in seguito è stato teatro dei tumulti della storia, dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini a quelle tra le potenze del tempo per accaparrarsi il maniero, arrivando nel ’500 ad assumere l’aspetto attuale “trasformandosi da fortificazione ad uso principalmente difensivo in dimora gentilizia”, arricchendosi così di un notevole ciclo di affreschi e di una suggestiva Volta Michelangiolesca.
La descrizione dell’aspetto artistico del castello è molto dettagliata sul sito della cantina, tanto da sottolineare l’elevata sensibilità culturale dei titolari.
La stessa che gli fa aggiungere una parimenti particolareggiata Ricostruzione storica del processo alle Streghe di Nogaredo avvenuto nel 1646, altro elemento che ha fortemente influito sul consolidamento delle radici identitarie del territorio. Una vicenda colma di superstizioni, torture, primi tentativi di giustizia sociale e inevitabili condanne a morte, con il castello ancora una volta palco principale di questa tragica rappresentazione del reale oscuro di quei tempi.
Tale denso sostrato socio-culturale e l’acclarata fine sensibilità intellettuale citata influiscono anche sulla filosofia produttiva dell’azienda, non a caso di pari nobiltà, essendo “da sempre orientata alla produzione del vino di qualità” nel pieno rispetto dei valori ambientali, tanto che “dal 2007 ci siamo avvicinati alla biodinamica e alla certificazione biologica con l’obiettivo di dare un nuovo valore al nostro lavoro: è stata una scoperta fondamentale che ci ha portato ad avere un diverso rapporto con la terra che coltiviamo e con la vigna”.
I risultati di questo impegno sono evidenti: “abbiamo visto il terreno rinascere e abbiamo completamente cambiato atteggiamento verso la produzione di vino: da un atteggiamento dirigista che tende a controllare tutto ciò che succede in cantina, a un atteggiamento di accoglienza che cerca di capire le caratteristiche dell’uva e del vino, annata dopo annata e ad assecondarli; il nostro ruolo diventa così quello di guida ed interprete”.
Un tema di estremo interesse condensato in una Carta d’intenti del vino naturale italiano che contempla punti come questi:
- il vino continui a essere quella risorsa alimentare corroborante e salutare come è stata conosciuta nei secoli e non debba essere ridotto a una sorta di bevanda, alterandone e correggendone sistematicamente i costituenti;
- è ottenuto da uve da agricoltura biologica o biodinamica;
- è un prodotto agricolo ottenuto dal vignaiolo che ne segue direttamente tutte le fasi produttive;
- è ricavato solo da uve proprie o provenienti da vigneti di produttori biologici o biodinamici dello stesso territorio;
- le fermentazioni sono spontanee, grazie ai microrganismi di cui sono naturalmente ricche le uve;
- niente additivi o coadiuvanti enologici;
- esente da manipolazioni e trattamenti fisici o chimici;
- ammessi i solfiti ma in misura molto inferiore a quella consentita per legge;
- ha profondo legame con il terroir.
Le uve di Castel Noarna vegetano in “un clima mite, rinfrescato d’estate dal vento denominato Ora del Garda, da un’ottima insolazione e forti sbalzi termici autunnali che donano ai nostri vini profumi e freschezza”, su terreni “di tipo calcareo, magri, ricchi di scheletro” in cui si trovano “basalto, porfido e ardesia”
Le varietà di uva coltivate sono Nosiola, Chardonnay, Sauvignon blanc, Merlot, Cabernet Sauvignon, Lagrein, Teroldego.
La più identitaria tra quelle a bacca bianca è certamente l’autoctona Nosiola che dà vita a un vino omonimo dal bouquet floreale, intensamente sapido e in grado di accogliere nel suo spettro sensoriale limone, ananas candita, pera, albicocca e un tocco di camomilla.
Vino molto suadente, dalla beva scorrevole e golosa.
Identitario anche il Teroldego che nella versione di Castel Noarna non tradisce le aspettative di irrequietezze selvatiche tanto nel fogliame percepito al naso che nei toni erbacei sulla lingua, suggerendo piccoli frutti rossi immersi in una chiara atmosfera minerale.
Per i rossi è tipica anche l’uva di Lagrein che nel Cimber porta al naso echi di selva ed erbe aromatiche, mentre in bocca sviluppa amarene brusche, melagrana, ribes rosso, papaya e liquirizia. Di ottima acidità, presenta beva formidabile, con un sorso carezzevole. Nel finale si esalta il suo piglio zuccherino.
Stessa uva in versione rosata nel Ghenè che traduce il corredo organolettico in sensazioni maggiormente fruttate grazie a una freschezza che irretisce, rendendo l’esperienza di degustazione parecchio ghiotta.
Convincenti le bollicine della cantina, a partire da quelle del poliedrico Rethium, vino bianco frizzante naturale rifermentato in bottiglia composto da Nosiola, Chardonnay e Sauvignon blanc, dal bouquet che mette insieme crosta di pane e agrumi, mentre i sapori parlano di albicocca, cedro, avocado e un pizzico di genziana. Bell’acidità, sorso denso e pastoso, un vino di grande personalità, tanto da richiedere nell’abbinamento pietanze importanti come il suo spessore.
Bolle meno complesse ma più sontuose nel Trento Blanc de Blancs, metodo classico rifermentato in bottiglia da uve Chardonnay in purezza, dove ritroviamo sia il pane (ma maggiormente tostato) che gli agrumi (in versione esotica, come yuzu e kumquat), insieme a una mineralità esuberante che conquista inesorabilmente anche per merito di speziature intriganti.
Da notare la grande cura del packaging, con autentiche etichette d’artista firmate da Susanna Briata e altre che invece riproducono affreschi del Castel Noarna del XVI secolo.
Abbiamo a chiesto a Marco Zani di sintetizzare in una video-intervista storia, filosofia e caratteristiche delle produzioni vitivinicole della sua cantina.
Info: https://www.castelnoarna.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/castel-noarna