Centrale Montemartini a Roma: le macchine e gli dei
Il punto d’incontro di tutti i passati di Roma. Nel museo della Centrale Montemartini in via Ostiense 106, il passato remoto dell’archeologia classica si fonde con il passato prossimo dell’archeologia industriale.
E’ così che le monumentali vestigia metalliche della fabbrica di un tempo fanno da sfondo a centinaia di statue e reperti della Roma antica, creando un allestimento singolare che sbalordisce i visitatori.
Colpisce il contrasto tra le mastodontiche strutture della prima centrale elettrica pubblica romana e le tantissime sculture trasferite in questa sede dalle collezioni dei Musei Capitolini.
Le fredda pesantezza delle geometrie funzionali dei macchinari viene così addolcita dalla gentilezza del tratto delle opere dei maestri scultori del periodo dall’età repubblicana fino alla tarda età imperiale, capolavori della scultura rinvenuti negli scavi della fine dell’Ottocento e degli anni Trenta del 1900.
“La storia del polo espositivo dei Musei Capitolini nella ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini, straordinario esempio di archeologia industriale riconvertito in sede museale, ha avuto inizio nel 1997 con il trasferimento di centinaia di sculture in occasione della ristrutturazione di ampi settori del complesso capitolino” spiegano dalla struttura romana dei Musei in Comune.
“Per liberare gli spazi del Museo del Palazzo dei Conservatori, Museo Nuovo e Braccio Nuovo mantenendo accessibili al pubblico le opere, è stata infatti allestita nel 1997 negli ambienti ristrutturati della prima centrale elettrica pubblica romana una mostra dal titolo Le macchine e gli dei, accostando due mondi diametralmente opposti come l’archeologia classica e l’archeologia industriale”.
“L’adeguamento della sede a museo, il restauro delle macchine e la sezione didattica del settore archeo industriale sono stati realizzati dall’Acea” informano i gestori…
… specificando che “è inserito all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione della zona Ostiense Marconi, che prevede la riconversione in polo culturale dell’area di più antica industrializzazione della città di Roma (comprendente, oltre alla centrale elettrica Montemartini, il Mattatoio, il Gazometro, strutture portuali, l’ex Mira Lanza e gli ex Mercati Generali) con il definitivo assetto delle sedi universitarie di Roma Tre e la realizzazione della Città della Scienza”.
“La centrale fu inaugurata nel 1912 e intitolata già dall’anno successivo alla memoria dell’Assessore al Tecnologico, Giovanni Montemartini”, racconta il sito: “l’area prescelta era vicina al fiume, per una disponibilità continua d’acqua, e fuori della cinta daziale, non soggetta quindi ad imposte sul combustibile”.
“Nel 1963 una parte degli impianti fu messa fuori servizio e pochi anni dopo anche il resto cessò l’attività; ristrutturata e trasformata durante gli anni ‘80 in Art Center, la Centrale ospita oggi un’esposizione permanente di sculture provenienti dalla collezione dei Musei Capitolini”.
Il percorso espositivo labirintico crea una piacevole sensazione di spaesamento: abbandona l’idea di uno storytelling per concentrarsi sull’emozione resa da un’atmosfera oggettivamente unica.
Chiunque l’abbia visitata – e sono pochi purtroppo – ne serba un ricordo entusiasta: sicuramente uno dei luoghi più singolari della città, alla cui notorietà nuoce la collocazione decentrata, per quanto sia posizionato non distante dalla fermata metro Garbatella e servits da bus che collegano direttamente con il centro.
Insomma, sembra lontano, ma è decisamente a portata di mano, esattamente come il Passato che racconta…
Info: www.centralemontemartini.org