C’era una volta il Caffè Borsa a Rovigo…
I bar storici in Italia sono assimilabili ai beni culturali, avendo segnato per decenni la vita sociale delle comunità di appartenenza oltre a rappresentare un punto di riferimento urbanistico, spesso arricchendo l’estetica cittadina con pregi architettonici e decorativi: a Rovigo questo ruolo lo ha avuto il Caffè Borsa in piazza Garibaldi, la cui vicenda tuttavia ci sembra non avere sedimentato grande considerazione nella località del Polesine.
Non a caso infatti oggi è diventato un’enclave di un marchio industriale altoatesino che non ha cambiato il nome, trasformando così un pezzo dell’identità di Rovigo in un esercizio brandizzato appartenente a una catena commerciale che viene da un altro territorio e quindi da una cultura differente, tanto che promette sul suo sito l’impiego di “ingredienti del Sud-Tirolo” per la propria gastronomia.
Noi abbiamo avuto la fortuna di visitare il locale prima che avvenisse questa mutazione, apprezzandone l’atmosfera d’antan e un certo sentimento decadente che sembrava profumare di letteratura popolare.
Il marchio non parlava di aziende in tumultuosa espansione commerciale, bensì riportava la silhouette stilizzata dell’edificio e manteneva vivo con orgoglio il nome storico della struttura.
Per quanto gli ambienti fossero stati ristrutturati e modernizzati, si avvertiva ancora chiara l’aura del tempo che è stato.
Tuttavia anche con la precedente gestione avevamo notato una lacuna culturale importante, poiché non al suo interno non si trovava alcun riferimento a Dria Paola, autentica diva del grande cinema a cavallo del passaggio dal muto al sonoro, nata a Rovigo.
Ebbene, l’attrice, il cui nome reale era Pietra Giovanna Matilde Adele Pitteo, si dà il caso che fosse figlia della proprietaria proprio dello storico Caffè Borsa. Una circostanza così importante che ci saremmo attesi di trovare all’interno del locale una celebrazione dell’attrice, o almeno qualcosa che ne ricordasse il legame con il Caffè. Invece niente.
Tuttavia è l’intera Rovigo che sembra non avere a cuore Dria Paola, a partire dalle amministrazioni comunali che non hanno mai avuto la sensibilità di tributarle qualche ricordo tangibile nella località rodigina: sorprende negativamente e lascia molto amareggiati che a venticinque anni dalla morte nulla ricordi questa protagonista della storia del cinema italiano nella sua città natale.
Ascoltando i cittadini di Rovigo più sensibili, abbiamo colto una profonda delusione per il silenzio istituzionale su una simile figura della cultura italiana, una mancanza che pesa su tutte le amministrazioni comunali succedutesi fino a oggi, nessuna delle quali ha dimostrato quindi auspicabile sensibilità verso una figlia illustre di questa città, la quale dopo avere interpretato cinquanta film concluse la propria esistenza in povertà, aiutata soltanto dalla legge Bacchelli che sostiene degli artisti in stato di indigenza.
Imbarazza e ferisce che sia stata così totalmente dimenticata, con l’eccezione del piccolo doveroso tributo nell’ambito della splendida mostra Cinema! Storie, protagonisti, paesaggi. Raccontare il Polesine curata da Alberto Barbera, allestita a Palazzo Roverella a Rovigo.
In fondo però sembra un altro pezzo dell’eredità storica che si perde, sopraffatto da valori contemporanei votati più alle ragioni del mercato e di interessi distanti dalle radici culturali autentiche, come avvenuto anche nel caso della perdita dell’identità originaria del Caffè Borsa.
Locale che noi vogliamo ricordare com’era, non perché fosse meglio di adesso, ma semplicemente perché depositario di una storia antica che è bene non venga dimenticata.