Cesanese di Olevano Romano, vino tipico laziale valorizzato da Antonelli
Marco Antonelli fa il vignaiolo in Olevano Romano, piccolo comune laziale che da tempo immemore associa il suo nome a un vino nobile ma misconosciuto, il Cesanese. Ritenendo parte della sua identità personale e della comunità in cui vive quello che definisce “unico vitigno autoctono laziale a bacca rossa”, ha deciso “di contribuire al recupero e alla valorizzazione della tradizione storica e culturale” del vino che ne scaturisce.
E’ così che agiscono i vitivinicoltori etici, baluardi della moralità e della dignità di questo Paese che hanno compreso quanto l’agricoltura tradizionale rappresenti la più alta espressione di Cultura che si possa avere.
Per questo produce “vini di qualità, con metodi antichi, lasciando ad ogni lavorazione il suo tempo e rispettando la natura in ogni sua manifestazione”, con la conseguenza che i suoi vini “sono soggetti alla naturale stagionalità, sempre genuini e ricchi di sapore, storia e cultura”.
In questo modo si salva dall’oblio e si valorizza un piccolo grande vino: piccolo nella fama e nelle dimensioni produttive, grande nella tradizione e nella soddisfazione organolettica che dona.
Antonelli ricorda che già l’Acerbi nel 1825 descriveva tale vitigno come “atto a produrre un vino generosissimo”, mentre altri studiosi, sempre nell’800, ne confermano la presenza nelle campagne romane e soprattutto lo distinguono dal Cesanese d’Affile.
Antonelli ne ha memoria personale e familiare fin da bambino, quando ascoltava le lezioni del padre, osservando “le mani dei miei mentre con competenza spulciavano le viti”, mentre oggi si rimbocca le maniche perché “quasi tutti i vigneti di allora si sono spenti insieme ai padroni che nonostante l’amore e la passione non sono riusciti a tramandare ai propri figli quella cultura e quella scelta di vita: ma io ci sono, e come me altri, e con l’amore di un tempo continuiamo a produrre il Cesanese di Olevano Romano con impegno e passione”.
Aggiungiamo il rigore nella vinificazione, alle qualità di Antonelli. Perché pur dovendo lavorare e commercializzare un vino poco noto, ha deciso di non fare alcun ammiccamento al mercato, con un vino coraggioso come Il Fresco, un Cesanese di Olevano Romano in purezza che non fa legno, bensì passa dai serbatoi di acciaio alla maturazione sempre in acciaio per sei mesi, per essere poi affinato in bottiglia. Una vera spremuta di sincerità che restituisce integre tutte le caratteristiche varietali.
La versione invecchiata è il Simposio che al frutto fresco aggiunge note di liquirizia e spezie, mentre di minuto in minuto nel bicchiere i toni vinosi iniziali sfumano in morbidezza.
Il lato comune, vigneti che “non sono più giovani di 50 anni e arrivano a superare i 70 nella vigna chiamata Morra Rossa”, in cui “adottiamo protocolli biologici, in attesa di certificazione, non utilizziamo né concimi, né fitofarmaci di sintesi, né pesticidi e riduciamo al minimo gli interventi in campo e in cantina”.
Ecco il racconto in prima persona di Marco Antonelli, nel video che segue.
Info: seleva.wixsite.com