Chateau Trois Collines in Libano, vini diversi da una terra antica e nobile
Echi di civiltà millenaria, l’archeologia come risorsa motivazionale, la memoria quale alimento agricolo, il riscatto culturale come obiettivo imprenditoriale, la pietra usata per scolpire le regole d’ingaggio, il vino come metafora del mondo: è una vertigine di sollecitazioni intellettuali la stratosferica produzione vitivinicola di Chateau Trois Collines in Libano, dove passato e presente sono già futuro attivo.
Romanzesca e insieme estremamente moderna la vicenda che ha condotto alla creazione di questa realtà, basata sull’assunto “quando la natura chiama… quando l’uomo ascolta”.
Si tratta di un percorso che porta da una cava di pietra a un vigneto, in quanto le colline Aïn Bourdaï di Château Trois Collines “sono una grande testimonianza di ciò che l’uomo può creare da un altopiano roccioso e dimenticato in un angolo remoto del Libano”.
Il fondatore Ziad Ammar “è stato spinto nel 2009 dalla sua visione e dalla sua grande passione per il vino e l’agricoltura, insieme alla sua grande fiducia nel suo Paese e nella sua gente, ad avviare questo progetto” decidendo di riunire “giovani talenti, manodopera ed esperti regionali, considerando l’energia rinnovabile come una grande risorsa per lo sviluppo di un’irrigazione sostenibile e quindi di una piantagione”.
Si è trattato della formazione di un grande terroir “scelto migliaia di anni prima di lui dai Romani”.
L’intenzione è quindi di ricordare gli antenati del territorio facendone rivivere le tradizioni, senza però dimenticare l’importanza della modernizzazione.
La storia di Chateau Trois Collines è di raro interesse sul piano tecnico quanto su quello emotivo, per questo ce la siamo fatta raccontare nei dettagli da Georges Michon, anima del progetto.
Di enorme suggestione la rievocazione delle radici storiche: “le famose rovine di Baalbek sono un tempio dedicato a Bacco, il dio romano del vino; è del tutto appropriato che nelle vicinanze di questo grande tempio ci sia una terra che ha aspettato secoli affinché un visionario poetico ne guardasse l’anima, ne riconoscesse l’importanza storica e il potenziale come parte integrante di questa lussuosa regione vinicola del Bacino del Mediterraneo”.
La cantina elenca e dettaglia tutti i valori messi in campo.
Si parte dalla missione, al grido di “restituire al Libano, restituire alla natura!”, al fine di sviluppare nel Paese “un’attività di policoltura/viticoltura e vinificazione organica che promuova l’agricoltura e i terroir libanesi, riabilitando i siti dimenticati e mal utilizzati in siti verdi, produttivi e attraenti”, nonché esportando prodotti “ad alto valore aggiunto e di qualità, generando un buon reddito per le famiglie rurali e locali che li mantengono nei loro villaggi nativi”.
Segue la visione che ha al centro “essere il marchio di vino biologico libanese più avvincente”, poiché dai vigneti alla cantina Chateau Trois Collines “sarà in tutte le stagioni il luogo in cui gli amanti del vino potranno incontrarsi, degustare, scoprire e conoscere il vino e l’agricoltura biologica del Libano”.
La summa del giacimento valoriale si ottiene con la frase “il vino è una grande cultura che deriva da una pianta nobile e dal lavoro e dall’ammirazione dell’Uomo per il suo terroir”.
Il fine è “diffondere la cultura del vino con una consapevolezza del bere responsabile, nel totale rispetto dei consumatori”, quindi “una grande attenzione per la salute, la qualità e un contributo a livello nazionale all’economia locale e all’agricoltura patrimonio vitivinicolo”.
La produzione vinicola è pienamente all’altezza di così elevate premesse.
L’Assyrtiko ha antica dimora anche in Libano e la versione della cantina lo dimostra, sfoderando complessità al naso composta da frutta esotica e candita con un soffio di idrocarburo, mentre il palato riconosce ananas, pera, nespola, cedro, albicocca essiccata e caramella di carruba.
Notevole l’intensità di sapidità e mineralità, di zampillante freschezza il sorso agrumato, sfocia in un finale infinito con un lieve tocco aspro molto goloso.
Il rosso della casa distribuito in Italia da Proposta Vini è un Syrah dal bouquet erbaceo dal carattere silvestre tra radici e muschio, mentre al palato offre gelso nero, prugna, barbabietola, dulce de membrillo e pepe di Sichuan.
Vista la particolarità di questi grandi vini, abbiamo chiesto un approfondimento di analisi sensoriale a Olfa Haniche, grande esperta ma anche Brand Ambassador di Chateau Trois Collines: è un onore ospitare il suo intervento nel video successivo.
Info: https://www.troiscollines.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/chateau-trois-collines/