La pagnotta più leggendaria? Quella “disgraziata” di Don Minico
LA DIVERTENTE “LAUREA” IN RIANIMAZIONE ENOGASTRONOMICA
Non pensiate che per tutto quello che si racconta sul leggendario Don Minico in provincia di Messina, lui e la sua famiglia si prendano troppo sul serio. Anche se la loro Pagnotta alla Disgraziata servita alle Quattro Strade dei Colli San Rizzo è oggetto culto di spasmodico successo, in casa di Domenico Mazza il sorriso è importante quanto il mangiar bene.
Il figlio del fondatore – che adesso ne gestisce le attività – Paolo Mazza non è soltanto fine conoscitore di enogastronomia, ma si diletta anche di poesia dialettale e pratica l’arte dell’(auto)ironia.
Facendo leva sulla sua passata esperienza ospedaliera come infermiere, ha scherzosamente ribattezzato la sede di Don Minico come casa di cura, con l’altisonante spiritosa qualifica di Unità di Terapia Intensiva e rianimazione Enogastronomica, sotto lo slogan “cu mancia bonu e bivi vinu non lassa muddichi!” (chi mangia bene e beve vino, non lascia molliche).
Un gioco in cui vengono coinvolti i clienti-pazienti più affezionati, ai quali viene addirittura eseguita una prognosi dell’appetito, consegnata una regolare cartella clinica, nonché assegnata un’ambita laurea honoris causa “per riconosciuti e apprezzati meriti enogastronomici”. Un momento goliardico a cui si è sottoposta anche la nostra collaboratrice Marisa Sculco, come documentano queste immagini rubate del rito.
Info: www.donminico.com