Il Ciliegiolo della Maremma nei vini bio tufacei di Sassotondo
Un vitigno così prezioso da avere la forza di cambiare le vite delle persone per indirizzarle alla vinificazione di alta qualità: è il Ciliegiolo, vitigno identitario toscano che ormai trent’anni fa ha condotto Edoardo Ventimiglia e Carla Benini a lasciare le città d’origine e a stabilirsi in quel di Sorano, in provincia di Grosseto, per creare un’esperienza produttiva di culto come Sassotondo.
Lui documentarista e lei agronomo, hanno costruito il proprio sogno enoico su “un ettaro di vigneto, una casa scassata, 72 ettari di terra abbandonata per anni” ed ecco nel 1997 la prima vendemmia, quindi la bottiglia riempita con il nettare scaturito da quello sforzo.
C’è da aggiungere un altro elemento fondamentale all’impresa dei due, il tufo, di cui è intriso ogni anfratto del bacino vulcanico di Bolsena, “materia guida” sulla quale sono impiantati i vigneti, ma anche il materiale utilizzato per costruire le case e su cui si trova il Sassotondo simbolo dell’azienda.
La stessa vecchia cantina sotterranea del Sassotondo è “completamente scavata nel tufo in una balza dei terreni aziendali”, nella cui ultima stanza “a circa 14 metri sotto terra e 30 dall’ingresso” c’è il bottaio che “gode in maniera del tutto naturale di condizioni di umidità e temperatura ideali”.
Dal 1994 tutto questo mondo segue in maniera certificata i metodi dell’agricoltura biologica, ulteriore segno di rispetto per “quest’area marginale della Maremma toscana, dove alle colture permanenti – vite e olivo – si affiancano i seminativi, i pascoli e il bosco”.
Nel 2007 nel segno di questo rispetto è stato virtuosamente intensificato il rigore, con l’adozione delle pratiche della biodinamica nei vigneti.
Delle produzioni di Sassotondo ci hanno ammaliato le varie espressioni delle uve del Ciliegiolo “selezionato in azienda scegliendo le piante migliori (grappoli spargoli, buccia spessa, sapore giusto)”, con l’intento di dare valore a questo antico vitigno che “ripropone nei vini giovani la gioia del frutto condita con abbondanti manciate di pepe bianco, mentre con l’invecchiamento interpreta magistralmente l’ideale compagno di pasti importanti, morbido e speziato, potente ma sempre elegante”.
Pietra angolare del lavoro scrupoloso e attento di Sassotondo è l’espressione più autentica del vitigno in purezza che si sostanzia nel Ciliegiolo Maremma Toscana D.O.C., grazie alla fermentazione che avviene senza l’aggiunta di lieviti e a una maturazione di alcuni mesi esclusivamente in acciaio, lavorazione che conduce alla piena espressione del frutto. Eccelso il suo profumo di mosto immerso nel sottobosco, preludio a un sorso magnificamente zuccherino, ricco di lamponi, ciliegie, cioccolato al latte. Denso e cremoso, conquista con un irresistibile tocco minerale che si impadronisce del retrogusto.
In un’ideale spettro sensoriale, all’estremo di questa filosofia rispettosa del frutto potremmo collocare il Ciliegiolo Poggio Pinzo che fermenta in terracotta e matura anch’esso senza contributo del legno. Al naso sviluppa lievi sensazioni ipogee, mentre al palato si avverte una perfetta intensa macerazione, suggerendo ribes, corbezzolo, papaya, ma anche l’amaro erbaceo dell’asperula.
Per avvertire l’influenza delle botti bisogna rivolgersi invece al San Lorenzo in cui ciò si traduce in un’amplificazione dei toni speziati e di una caratteristica piccantezza.
Abbiamo chiesto alla co-fondatrice Carla Benini di narrarci l’esperienza che ha consentito lo sviluppo di Sassotondo e la valorizzazione del Ciliegiolo della Maremma.
Info: http://www.sassotondo.it/it/index.html
Distribuzione: http://www.propostavini.com/info-per-ordini