Il Cinqueterre di Forlini Cappellini, perla dei Vini Estremi di Liguria
Terreni che possono raggiungere il 90% di pendenza, vertiginosamente a strapiombo sul Mar Ligure, con unica possibilità di accesso a piedi, per raggiungere brandelli di terra coltivabile ricavati a fatica da una natura ostica, terrazzamenti alacremente costruiti a mano con tecnica antichissima, inaccessibilità ai supporti automatizzati e quindi inevitabile lavorazione manuale: dovrebbero essere sufficienti questi elementi per comprendere perché la cantina Forlini Cappellini di Riomaggiore (La Spezia) da sempre rientri nel commovente progetto dei Vini Estremi portato avanti appassionatamente dal distributore di cultura e delizie enoiche Proposta Vini.
In questa linea infatti rientrano nettari “figli della fatica e della tenacia dell’uomo”, al fine di dare “spazio e visibilità a piccoli-grandi vignaioli italiani che, in zone sconosciute e impervie, spesso in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna, alla roccia e al mare, sanno produrre vini unici e preziosi”, come quelli che realizza Forlini Cappellini “nella frazione di Manarola, nelle Cinque Terre dove la montagna entra nel mare”, coltivando “le tre tipologie di vitigni a bacca bianca, uve con le quali si produce l’omonimo vino e lo Sciacchetrà”, concentrate in un solo ettaro vitato.
Si parla di oltre trent’anni di attività che in queste condizioni estreme non può che attingere forza dalla dimensione familiare, come dimostra il nome stesso della cantina nato dall’unione di due cognomi a loro volta legati nella vita: Alberto Cappellini e Germana Forlini sono infatti i fondatori di questo prezioso presidio territoriale, gestito oggi insieme al figlio Giacomo. Un’attività di tutela non soltanto della biodiversità ma anche dell’identità territoriale riconosciuta perfino da un’istituzione come il Parco Nazionale delle Cinque Terre, tra “i più piccoli d’Italia e allo stesso tempo il più densamente popolato, con circa 4.000 abitanti suddivisi in cinque borghi: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare”.
E’ il Parco stesso a sottolineare come “qui l’uomo in più di mille anni ha modificato l’ambiente naturale sezionando gli scoscesi pendii delle colline per ricavarne strisce di terra coltivabili, i cosiddetti ciàn, sorrette da chilometri di muretti a secco: questo è il vero tratto identitario delle Cinque Terre, con un paesaggio atipico e fortemente antropizzato; ecco perché è il Parco dell’Uomo, un territorio diventato Patrimonio Mondiale dell’Umanità” (http://www.parconazionale5terre.it/aziende-dettaglio.php?id=13728).
Se il prodotto di punta è il 5 Terre Sciacchetrà Riserva, da uve Bosco, Albarola, Vermentino vinificate “dopo l’appassimento in locale ombreggiato e arieggiato nel mese di novembre”, dalle stesse uve allevate a pergolo deriva anche il Cinqueterre Doc maturato e affinato in acciaio e alcuni mesi in vetro, la cui produzione si attesta intorno alle ottomila bottiglie, capace di ammaliare l’olfatto come una sinfonia floreale primaverile, mentre il palato è deliziato da un’intensa mineralità che avviluppa sentori di pesca, ananas, alchechengi e una nota di tarassaco.
Maggiori dettagli nelle parole di Giacomo Forlini Cappellini che potete ascoltare nel video che segue.
Info: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/forlini-cappellini