Clandestina, Tequila Blanco che unisce l’avanguardia di Barcellona con la magia del Messico
Un vero distillato dei due mondi, in quanto “fatto in Messico sognato a Barcellona”, carico di istanze poetiche, organolettiche, perfino un pizzico socio-politiche e anarchiche, sempre all’insegna di un forte anelito verso la libertà assoluta: ben si comprende allora un nome impegnativo e programmatico quale Clandestina che contraddistingue sia il produttore sia la sua unica creatura, il Tequila Blanco, declinazione riferita al distillato messo subito in bottiglia senza invecchiamento.
Nel precisare la genesi del prodotto si legge sul sito che “abbiamo girato Los Altos de Jalisco, in Messico, alla ricerca dell’autentico tequila, quello che non ha bisogno di sale o limone: abbiamo voluto condividere con il mondo l’originale tequila 100% Blue Agave, fine, puro e brillante”, elaborato “secondo il processo tradizionale, la sua fermentazione di oltre 65 ore”, ottenendo un Tequila bianco superiore.
La fonte di ispirazione del progetto ha una sorta di matrice letteraria rinvenibile tra le pagine del sito aziendale, poiché con un breve racconto individua la clandestina che dà il nome all’impresa in una certa Greta, una ragazza single di 34 anni che da sempre deve lavorare duramente per guadagnarsi da vivere, la quale un giorno molla tutto, fidanzato compreso, per concedersi un viaggio sabbatico in Messico. E’ “su una bellissima spiaggia poco conosciuta nella zona di Costalegre, Jalisco, dove le acque del Pacifico accarezzavano la riva” che scopre una comunità dedita a un rapporto diverso e del tutto originale con il tequila, “niente a che vedere con il sale e limone a cui era abituata”, bensì “più liscio, con più corpo e mille e una sfumatura e le possibilità di abbinamento erano infinite”. Così in una vecchia distilleria “il negoziante gli consigliò una marca di tequila di cui non aveva mai sentito parlare”, presentandola come qualcosa di speciale di cui “ci sono solo poche bottiglie così al mondo”: lei la compra insieme a “tutte le varianti di succhi e bibite che riuscì a trovare” e “trascorse l’intero pomeriggio sulla terrazza della sua baita, mettendo in pratica la sua conoscenza dei cocktail acquisita nelle sue estati lavorando nei bar delle città turistiche”. In questo modo Greta ha finalmente trovato il cocktail perfetto e “imbottigliato il suo modo di vedere il mondo”.
Il produttore è sicuro della qualità elevata del prodotto così come della validità del progetto, al punto da vergare a lettere cubitali sul sito ufficiale la frase “per cambiare tutto ciò che pensi di sapere sul tequila”, parlandone come “molto di più di un semplice tequila” e individuandolo piuttosto quale “stile di vita”.
Infinite le possibilità creative per dare vita a cocktail dalla forte originalità, da affidare all’arte del mixologism.
All’apertura, magnifico il profumo che sprigiona le note vegetali dell’agave, assimilabili al cardo selvatico.
Il gusto tende all’amaricante, come sospeso tra la genziana e la china, con sentori torbati e suggestioni di orzo e pera Madernassa cotta.
Stuzzicanti gli echi balsamici riservati al finale.
Un tequila severo come pochi ma capace comunque di conquistare malgrado la rinuncia a qualsiasi forma di ruffianeria, a patto di essere bevitori esperti o almeno curiosi e disposti a un consumo meditativo di questa meraviglia.
Info: https://www.tequilaclandestina.com/en/el-tequila/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/prodotti/scheda/tequila-blanco-demeclate/