La collezione egizia del Civico Museo Archeologico di Milano
L’Antico Egitto esercita da sempre un grande fascino. Se poi, per venirne a contatto, dobbiamo entrare anche in un castello, possiamo immaginare di fare un doppio salto indietro nel tempo, nella Milano dei Visconti e degli Sforza e anche tra le antiche piramidi della valle del Nilo.
La raccolta egizia del Civico Museo Archeologico presenta al pubblico una selezione di circa duecentocinquanta reperti dei tremila che compongono l’intera collezione e copre un arco temporale che va dal IV millennio a.C. al VII secolo d.C..
Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, si snoda lungo l’asse principale di un’unica ampia zona, la Sala Viscontea del Castello Sforzesco, conducendo il visitatore alla scoperta dell’orizzonte sacro, quanto di quello profano, degli antichi abitanti dell’Egitto.
La visita inizia con le testimonianze scritte. Alcuni documenti mostrano il cambiamento della scrittura, da quella geroglifica a quella ieratica (il corsivo del geroglifico) e poi demotica, su papiro e su terracotta, con alcuni oggetti di uso specifico, come per esempio l’astuccio dello scriba.
Si passa poi al culto del faraone e delle divinità. Preziosi amuleti, in legno e pietra dura, raffigurano personaggi divini e della mitologia egiziana: da Bastet (la dea gatto) a Horus (il dio falco), da Hathor (la mucca) ad Anubis (lo sciacallo).
Incontriamo poi una serie di sculture provenienti dagli scavi condotti negli anni Trenta dal professor Achille Vogliano, dell’allora regia Università di Milano, nei siti di Tebtys e Medînet Mâdi. I ritrovamenti documentano la vita quotidiana nell’Antico Egitto e tra essi ci sono anche reperti di notevole valore storico ed artistico, come la statua del faraone Amenemhat (XII dinastia).
La mostra si chiude con i reperti che testimoniano il culto dei morti e la credenza nell’aldilà: mummie, sarcofagi, statuine, papiri funerari.
Si può apprezzare da vicino l’interno del coperchio di un sarcofago finemente dipinto con Nut, la dea del cielo, raffigurata intenta ad abbracciare il defunto; due urne con il coperchio a forma di falco fanno pensare che forse potrebbe essere un uccello ad accompagnarci in volo verso l’ultima meta.
Info:
www.comune.milano.it
www.milanocastello.it