Con Parovel, scopriamo l’antica tradizione dell’olio d’oliva triestino
Nell’immaginario collettivo il territorio mitteleuropeo di Trieste non evoca certamente una coltura tipicamente mediterranea come quella dell’ulivo, eppure è depositario di una tradizione millenaria che merita di essere (ri)scoperta, anche per la straordinaria qualità dell’olio che vi viene prodotto.
Tradizione iniziata addirittura con i Fenici che hanno portato qui l’ulivo, per proseguire quindi con i Romani.
Secoli dopo la provincia di Trieste può vantare una cultivar autoctona come la Bianchera e una produzione olearia il cui eccelso livello è riconosciuto a livello internazionale.
Merito soprattutto di un’azienda locale che da sempre opera un’intensa attività culturale che punta alla tutela e alla divulgazione della tradizione olearia triestina, come la Parovel di San Dorligo della Valle.
Si tratta dell’azienda agricola della famiglia Parovel, fondata nel 1898 per produrre vini e olio extravergine di oliva, esattamente come oggi fanno i discendenti.
Il prodotto oleario di punta è Ul’ka, monovarietale di Bianchera in parte da piante secolari, un trionfo di amaricante che alla potenza del cardo associa sentori selvatici che galoppano sulle papille gustative. E’ puro aroma, in cui malgrado la prevalenza erbacea non si avverte il piccante. Uno dei più strepitosi oli esistenti, da valorizzare a crudo, per la sua capacità di illuminare da solo una fetta di pane o una pasta asciutta in bianco.
Tutto però era iniziato con il RoZo’, “il primo extravergine di casa Parovel, blend dal carattere dolce, con una sublime nota grassa che ingolosisce, mettendo alla fine un accento di piccante e ancora sensazioni di cardo.
A gestire oggi l’azienda, insieme al fratello Euro, è Elena Parovel che abbiamo intervistato con la nostra telecamera sulla produzione olearia tipica triestina.
Info: www.parovel.com