Cos’è una De.Co.?
“Riprendiamo a vivere, senza violenza alcuna, con la sola accettazione di concetti elementari e proprio per ciò indiscutibili. L’uomo ha solo dalla terra ciascuna delle reali possibilità. Averne rispetto, chiederle di darci l’acqua e il pane, l’olio d’oliva e il vino, quant’altro è necessario per una vita serena, è l’unica via”: ecco cosa sono le De.Co. per Luigi Veronelli, ideatore delle Denominazioni Comunali, colui che si è battuto tanto per la Madre Terra, per il recupero della memoria storica e delle tradizioni di un luogo.
La globalizzazione e la sempre più insistente omogeneizzazione dei gusti, ha portato Veronelli ad inserire nel dibattito nazionale lo strumento delle De.Co. per la tutela di quelli che lui definiva “giacimenti gastronomici”. Per Veronelli le Denominazioni Comunali sono la strada per evitare che gesti e saperi possano annullarsi nel tempo, operando soprattutto per arrestare l’attuale sistema controllato dalle multinazionali con alimenti manipolati geneticamente. Da questa ideologia si struttura il movimento delle De.Co. in difesa dei sapori, dei saperi e delle tradizioni di ogni singola comunità.
Le De.Co. non sono marchi di qualità, ma delle attestazioni che legano in maniera anagrafica la derivazione di un prodotto al luogo storico d’origine. Sono dei certificati notarili contrassegnati dal sindaco a seguito di una delibera comunale, quindi dei censimenti di produzioni che hanno un valore identitario per una comunità.
(Morzello, De.Co. di Catanzaro)
Sono dunque strumenti flessibili per valorizzare le risorse delle propria terra, nel tentativo di garantire la biodiversità, traendone vantaggi anche sul piano turistico ed economico. Rappresentano, insomma, il vero, autentico passaggio dal generico prodotto tipico al prodotto del territorio.
(Mozzarella, De.Co. di Falciano del Massico – Caserta)
La De.Co. è una certificazione che ogni comune d’Italia può adottare per valorizzare quei prodotti, agroalimentari o artigianali, realizzati all’interno del comune stesso, identificando quindi il prodotto come proprio, riconoscendone il tratto identitario.
(Pesche, De.Co. di San Sperate – Cagliari)
La De.Co. è un orientamento consapevole che molti Comuni hanno concepito come strumento di salvaguardia delle proprie produzioni e di sviluppo endogeno del proprio territorio. Sono uno strumento semplice in grado di costituire una vera rivoluzione culturale nell’ambito della salvaguardia delle identità territoriali legate alla tradizione agroalimentare, enogastronomica e artigianale di un luogo.
L’OVA MURINA, DE.CO. DI SCIACCA (AGRIGENTO)
Cominciamo il nostro giro delle De.Co. d’Italia dalla Sicilia, con un prodotto dolciario di Sciacca, l’Ova Murina. Ova Murina é un dolce tipico ed esclusivo di Sciacca: nasce intorno al 1600, dalle sapienti mani delle monache della Badia Grande, infatti viene chiamato anche L’ova rà Bata Ranni (della Badìa Grande).
Questo dolce veniva fatto nel periodo estivo e serviva per sostituire il cannolo siciliano: questa stagionalità era legata al fatto che già anticamente la ricotta nel periodo estivo non veniva prodotta. In merito all’origine del nome esistono due scuole di pensiero: una traduce il nome con Uova Moresche, poiché furono i Mori che portarono il cacao, la cannella, la vaniglia e altri ingredienti specifici per la preparazione del dessert, i quali conferiscono il colore scuro all’esterno del dolce. L’altra scuola invece fa derivare il nome dalla similitudine con la carne del pesce Murena che si presenta scura all’esterno e bianca all’interno. Per documentare la preparazione di questo dolce, siamo andati nella pasticceria La Favola di Corso Vittorio Emanuele 234 a Sciacca, tra le poche che ancora lo propongono, grazie all’arte di Salvatore Scaduto.
Info: www.infodeco.it