Criserà, a Catona (RC): fare vino in Calabria come gli antichi Greci
Se un tempo lontano i Greci definirono l’attuale Calabria come Enotria, terra del vino, ci sarà pur stata una valida ragione. I vini territoriali calabresi di Criserà dimostrano a distanza di millenni che anche su questo i civilissimi Greci non si sbagliarono.
La Casa Vinicola Criserà dal 1957 fa vino come si è sempre fatto, utilizzando esclusivamente vitigni autoctoni calabresi, fatta eccezione per un paio di bianchi in cui le uve locali sono in blend con Chardonnay e Sauvignon.
Se sono immancabili il Gaglioppo e il Greco Bianco, tutt’altro che scontato è trovato un Nerello Calabrese in purezza, mentre è ben raro, quindi meritevole, l’impiego di uve meno note come Greco Nero, Petroneri, Prunesta e Castiglione. Ma anche sul Sangiovese da loro utilizzato ci sarebbe da riscrivere la storia, perché quella vera e meno nota parla di una sua allocazione in queste terre ben prima che andasse a trovare fortuna in terre di Romagna e Toscana.
Le terre in cui invece lussureggiano le uve dei vini Criserà sono quelle che si sviluppano intorno all’azienda che si trova a Catona, quartiere dell’infinito ordito urbano di Reggio Calabria, tra i più estesi d’Italia.
Vigneti che si spingono fino ai terrazzamenti che si tuffano nel Tirreno, tra Villa San Giovanni e Palmi, guardando la splendida Costa Viola. Piccole fette di terra strappate a colline scoscese e trattenute dai caratteristici muretti a secco che chiamano armacìe. E Armacìa infatti si chiama il vino più commovente dell’azienda, realizzato insieme alla cooperativa Enopolis che riunisce decine di piccoli coltivatori eroicamente impegnati a produrre le uve per la poche ma richiestissime bottiglie di questo vino eccezionale che dall’uva Prunesta ricava un potente sentore di prugne che confluisce in un trionfo di effluvi fruttati. Si parla di viticoltura eroica perché è una fatica madornale coltivare viti in spazi così angusti, tutto manualmente, perché tra i filari non passano né macchine né bestie da soma. Non a caso l’illuminato distributore Proposta Vini lo ha inserito nella categoria dei “Vini estremi”.
Anche tutti gli altri vini di Criserà entusiasmano. In primo luogo per scelta radicale di non cedere alla tentazione di impiantare viti alloctone per fare soldi con gli internazionali: qui si produce soltanto puro nettare calabrese.
Come il Pellaro, dal nome della zona di Reggio Calabria un tempo più vocata e poi ridimensionata dall’emigrazione: il vino omonimo è di impressionante delicata eleganza, pulitissimo e vellutato al palato, carezzevole al naso.
Delicatezza contadina che si ritrova anche nel Duale che traduce in un abbraccio aromatico le peculiarità del Nerello calabrese, mentre il blend locale dell’Arghillà effettivamente restituisce note argillose piacevolissime.
Fino al vino di punta, il Nerone, unico della casa elevato a lungo in legno. Le uve, Nerello Calabrese al 70% e Sangiovese (autoctono calabrese) al 30%, sono frutto di una vendemmia tardiva che ne concentra il contributo zuccherino. Nel bicchiere arriva tutta la forza della terra di Calabria e della sapienza di chi la coltiva, in un vino che sa di Storia e di Uomini, di sole e di sale, di minerali e frutteti. Imperdibile.
Gradevolissimi anche i bianchi, mentre la tradizione riaffiora nel passito Stretto, realizzato con uve Greco Bianco e Moscato d’Alessandria (Zibibbo locale) con tecniche secolari. Allo Stretto è dedicata anche la grappa che l’azienda si fa realizzare dalla storica distilleria Caffo di Limbadi (Vibo Valentia), usando vinacce di uve calabresi.
E’ anche per questo che tutti i calabresi sparsi per il mondo cercano i vini di Criserà: ci ritrovano l’anima della loro terra lontana, profumi e sapori immutati da sempre, entrati nel sangue e fissati nei ricordi delle genti di Calabria.
Del resto la famiglia che gestisce l’azienda fa vino da oltre un secolo e oggi la quarta generazione prosegue il lavoro degli avi, sempre con lo stesso amore.
I riconoscimenti sono piovuti da tutte le parti a sancire la qualità dei vini Criserà, dall’istituzionale Vinitaly al Cervim che tributa la qualità dei vini eroici: ma il premio più grande sembra essere per loro l’amore e la fiducia che gli tributano i tanti appassionati che nei loro vini ritrovano anche una parte di se stessi.
Casa Vinicola Criserà: www.vinicrisera.it