Da Astoria, trent’anni di bollicine dal cuore veneto
Il trentennale dalla sua fondazione è l’occasione per approfondire il mondo enoico di Astoria, cantina veneta nata nel 1987 “da una storica famiglia di viticoltori”, guidata da Paolo e Giorgio Polegato.
I vini di Astoria vengono prodotti nell’Azienda Agricola Tenuta Val De Brun di Refrontolo, in provincia di Treviso, “nel cuore della zona DOCG Conegliano – Valdobbiadene”, in cui si trovano “quaranta ettari, situati in una delle zone viticole più belle d’Italia”.
Vista la zona di appartenenza, è quasi pleonastico aggiungere che il prodotto di punta della cantina sia il Prosecco, cui aggiungere altri vitigni e territori contigui che creano un ponte ideale sulle aree agricole più vocate a cavallo tra trevigiano e provincia di Venezia.
E il Prosecco di Astoria è di una tale elevata qualità da motivare l’impegno della Cantina nella sua produzione.
A svettare, anche per nobiltà di lignaggio, è Arzanà, prosecco Superiore di Cartizze, da uve Glera in purezza: al naso è un trionfo di fiori di pesco, mentre lo sguardo è ammaliato da un perlage elegante che incede indefesso. Il sorso è pieno, pastoso, con sorprendenti toni di mango maturo e retrogusto di mela verde. Vino di grande personalità.
Altissimo livello anche per Corderíe, Valdobbiadene Prosecco Superiore, ancora una volta da Glera in purezza: rispetto al precedente, diviene più netta la percezione del frutto insieme a un pregevole corredo aromatico.
Gaggiandre è invece un Prosecco Doc Treviso prodotto in regime biologico, una naturalezza che lascia emergere le note varietali delle uve Glera, amplificando l’apporto di note vegetali.
Si diceva del versante veneziano, omaggiato da vini briosi che della città lagunare portano il nome ed esibiscono in qualche modo il fascino.
Come Honor Venezia Doc e Honor Rosè Venezia Doc, spumanti dedicati alla citata ricorrenza dei trenta anni dalla fondazione della cantina.
Il primo, blend di Glera, Chardonnay e Pinot Bianco, ha un bouquet floreale, con il gelsomino in evidenza: ha carattere fermo e attitudine ieratica che lo rendono un vino austero, il quale si concede come vezzo un tocco di nespola. Proprio per queste sue caratteristiche è un vino da tutto pasto più che da aperitivo.
Il secondo, dall’affascinante colore rosa antico, infonde suadenti sensazioni di fragoline di bosco sostenute da buona acidità: durante il finale emerge un ricordo tanninico che porta una sfumatura di dolcezza.
Se in diversi di questi vini si avverte la rispettosa considerazione della tradizione, c’è da dare conto di una convinta proiezione nel futuro, con la linea 9.5 Cold Wine, in cui il dato numerico si riferisce alla gradazione che li contrassegna. Vini leggeri, come chiedono i nuovi bevitori ludici, ma che al tempo stesso consentono di esprimere note inconsuete delle uve, tutte “varietà aromatiche tipiche dell’alto trevigiano”. La tecnologia prevede che queste uve vengano “vendemmiate con qualche giorno di anticipo rispetto alla perfetta maturazione, per mantenere un grado zuccherino più basso, acidità più alta e profumo più fruttato”.
Tutto vero, perché all’assaggio è tutta una sollecitazione dei sensi che induce a un rapporto quasi carnale con questi vini, non più meditativo ma istintivo e spensierato.
Alla fine del percorso, colpisce la qualità di questi vini che, pur esibendo packaging curatissimi e scintillanti, rimangono nettari concreti che mantengono il legame con la (propria) terra, trasportando la loro natura terrena intatta fino al bicchiere.
Ancora più apprezzabile che un’azienda di grandi dimensioni e dalla forte attenzione al marketing mantenga elevatissima una cura del prodotto dall’impronta artigianale, creando una perfetta sintesi su tutte le istanze che attraversano il mondo del vino e di chi lo ama.
Info: www.astoria.it