Dagli autoctoni abruzzesi di Ausonia, la spontanea naturalezza del vino
Un rispetto che si coglie nella totale dedizione ai vitigni autoctoni tutti vinificati in purezza, nella scelta dell’agricoltura biodinamica nella sua forma più seria e radicale, nel celebrare il vino come Poesia bucolica e identità territoriale.
L’attenzione per il territorio è testimoniata dall’apposita sezione a esso dedicata sul sito aziendale, in cui si sottolinea l’appartenenza dei vitigni Ausonia al territorio del comune di Atri (Teramo), “l’antica Hatria Picena, fondata dai Piceni”, borgo abruzzese ricco di storia.
Una zona protetta “ad ovest dal Massiccio del Gran Sasso (quasi 3000 m. slm) e ad est dal mare Adriatico”, in una posizione collinare vicina alla Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri che offre una preziosa escursione termica tra il giorno e la notte.
Altrettanto forte il riferimento al vino biodinamico che nasce “da una relazione simbiotica tra l’uomo e la terra, tra la terra e il cielo, tra il cielo e la natura circostante, una relazione simbiotica basata sull’attenzione e la cura, la prevenzione e il rispetto, mentre il tempo, benevole ai più pazienti, farà la sua parte”, perché soltanto “da una terra viva può nascere un vino che ne conservi energia e vitalità, natura e sapore autentico”.
Il nome della cantina – e qui entra in gioco la Poesia – deriva dall’Euchloe ausonia, “il nome di una farfalla che vive numerosa in azienda ma piuttosto rara nel resto d’Italia”, di cui si era già accorto il padre del titolare Simone, “entomologo per passione e grande sostenitore dell’avventura professionale della Famiglia”: è in suo onore che è stato deciso di assegnare ai loro vini “nomi di farfalle presenti in questa splendida regione d’Italia, l’Abruzzo, come simbolo di legame tra il vino, la natura e il territorio che li circonda”.
Dalla Parnassius apollo derivano tre vini.
Apollo Trebbiano d’Abruzzo D.O.P. Fermentazione Spontanea, dall’intenso bouquet di zagara, al sorso è un’esplosione aromatica fruttata che si accompagna a una intensa mineralità. E’ una delicata sinfonia di sapori pieni ma non aggressivi, tanto da trasmettere una gentile carezza sulla lingua, fino a un singolare retrogusto tendente all’amaro.
L’Apollo Cerasuolo d’Abruzzo D.O.P. Fermentazione Spontanea è un roseto al naso, fresco e intenso. Al palato, nessun accenno vinoso, bensì un nettare lieve, delicatamente fruttato, dal tocco balsamico.
Finale con lieve mineralità, caratterizzata dalla percezione dell’azione dei lieviti spontanei.
Apollo Montepulciano d’Abruzzo D.O.P. Fermentazione Spontanea ha un profumo che richiama gli angoli più nascosti di un bosco fitto, tra licheni e fogliame. In bocca ha originalità da vendere: serenamente complesso, imprime subito senso di importanza al palato, dove spezie e frutti sono in armonia con un’acidità che asseconda un’eleganza naturale.
Con l’ossigenazione acquista corpo e densità, facendo emergere more selvatiche e note di corbezzolo.
La farfalla Papilio machaon ha ispirato la denominazione del Machaon Abruzzo Pecorino D.O.P. Fermentazione Spontanea, con il profumo di frutta matura e delle note carboniche. In bocca, acidità elegante, fruttato discreto, finale fresco.
La Gegenes nostradamus dà il nome al Nostradamus Montepulciano d’Abruzzo D.O.C.G. Colline Teramane che rispetto all’Apollo vira deciso verso le note speziate, con tannini più presenti e corpo più spesso.
Ci siamo fatti raccontare questa affascinante realtà da Simone Binelli.
Info: www.ausoniawines.com