Dal recuperato Timorasso dei Colli Tortonesi, un Brut autoctono
Se oggi sempre più si sente parlare di Timorasso è perché alcuni volenterosi vignaioli stanno spendendo la propria vita al recupero e alla valorizzazione di questo meraviglioso vitigno autoctono piemontese.
Una delle azioni più decise ha come epicentro la Val Borbera, a Sud Est della provincia di Alessandria, dove già anticamente “la viticoltura era un’attività molto diffusa e il vitigno principale il Timorasso”.
Fino al secondo dopoguerra, quando “lo spopolamento ha causato una forte diminuzione della coltivazione di questa vite, fino ad arrivare alla quasi totale scomparsa”.
La salvezza del vitigno prende corpo a partire dal 2005, quando alcune aziende agricole di questa zona danno vita a “un progetto di filiera vitivinicola per il recupero del vitigno Timorasso in Val Borbera con la messa a dimora negli anni di circa 6 ettari di vigneto”.
Un progetto denominato Terre e sapori d’Eccellenza che comprendeva anche la valle Spinti e “prevedeva l’insediamento dei primi vigneti e l’istanza per l’ottenimento della nuova denominazione, seguito da un secondo progetto Tavola, Tradizione, Territorio dedicato principalmente alle infrastrutture e agli impianti tecnologici per la produzione ed imbottigliamento”, come riportato sul sito di Proposta Vini che intelligentemente distribuisce questi preziosi nettari culturali.
Tra le aziende che hanno dato vita a questo encomiabile progetto c’è un’azienda famigliare che fa vino da oltre 50 anni, oggi portata avanti dai fratelli Poggio, Ezio e Mary.
L’Azienda Vinicola Poggio ha constatato che “le caratteristiche organolettiche di questo vitigno autoctono vengono esaltate dal particolare microclima della valle”, poiché “l’elevata escursione termica dal giorno alla notte, nel periodo che precede la vendemmia, conferisce profumi e sentori eccezionali”.
Tante amorevoli cure hanno “dato origine ad un vino e uno spumante che rappresentano l’espressione di un territorio unico” e “a coronamento del nostro lavoro nel 2011 ci è stata riconosciuta la nuova denominazione Terre di Libarna, come sottozona dei Colli Tortonesi, con la produzione di un Timorasso fermo e di un Timorasso spumante, unico nel suo genere”.
Lo spumante in questione è il Lűsarein Colli Tortonesi Terre di Libarna, da uve Timorasso in purezza trattate con il Metodo Martinotti lungo. Se ti accoglie lusingandoti con la freschezza della frutta acerba e i sentori della mela verde, nel momento di lasciarti ti impegna invece con un’importante nota aromatica amara chiaramente riconducibile al bergamotto. Bollicine da affrontare non con leggerezza, dunque, ma con il rispetto che si deve a un vino di austera importanza.
La versione ferma è L’Archetipo, anche in questo caso da uve Timorasso in purezza. Sottoposto a pressatura soffice, maturato un anno in acciaio con permanenza sulle fecce fini, affinato in bottiglia per almeno dodici mesi, conferma già al naso la mela verde, per prorompere in una potente acidità aromatica che si carica di complessità, senza perdere il graffio amaro finale.
Ezio Poggio che della sua azienda è anche l’enologo ci racconta questo vitigno nelle sue spumeggianti espressioni.
Info: www.poggiovini.it