Dalla Cantina Furlani, vini angelici identitari della Collina di Trento
Il vino è il migliore navigatore sentimentale che esista nel consentirci di scoprire con sempre maggiore puntualità e precisione zone vitivinicole dai confini così ristretti da rappresentare fortissime identità tanto dal punto di vista antropologico che da quello ampelografico, come accade con la Cantina Furlani in località Povo di Trento, la cui azienda agricola ha appezzamenti che raggiungono i 720 metri slm in parte sulle pendici della Vigolana e in parte sulle colline sovrastanti il capoluogo trentino.
Il distributore Proposta Vini spiega che il titolare Matteo “produce uva nell’arco a gradoni che porta verso la Marzola, una delle montagne che circondano Trento, su su fino alla sella di Vigolo Vattaro, a 725 m s.l.m”.
E’ la ragione per cui questa cantina rientra nell’estremamente affascinante progetto chiamato La Collina di Trento, dedicato a un’oasi vitivinicola tutta da scoprire come quella “ubicata sulla sinistra della Valle dell’Adige, all’imbocco della Valle della Fersina e ben riconoscibile alle pendici del Calisio, del Celva e della Marzola”, conformata come “una scalinata naturale che collega i monti alla città” e “pare un teatro antico con la cavea sui pendii e l’orchestra perfettamente collocata sul Doss Trent, focalizzata nel bianco monumento dedicato a Cesare Battisti”, zona abitata da millenni in cui “si coltiva la vite da prima dell’arrivo dei romani”.
Cantina Furlani fa quindi pienamente parte di questo progetto per ragioni geografiche, ma la sua vocazione a un’attitudine culturale nella vinificazione ha fatto sì che rientrasse anche nel progetto Vini dell’Angelo che “recupera e colleziona le varietà d’uva presenti in Trentino fino alla fine della Grande Guerra” promuovendone “la coltivazione, la vinificazione e la commercializzazione”, poiché sta amorevolmente tutelando vecchie varietà rosse autoctone come Rossara, Carmener, Negrara e altre a bacca bianca quali Lagarino Bianco e Valderbara.
Nomi ancora ignoti alla massa che spiegano quanto sia sincero, radicale e appassionato il progetto enoico di Furlani, il quale inoltre “persegue una viticoltura rispettosa della natura nell’ambito della quale le uve sono “coltivate e vinificate con passione, sempre nel rispetto, dell’ambiente e degli animali”, mentre la produzione “rimane totalmente artigianale ed al suo interno si svolgono tutte le delicate fasi della vinificazione”, all’insegna di un “binomio di tradizione e avanguardia”.
Con il Velato Frizzante sui Lieviti Metodo Familiare poi Furlani si guadagna l’ingresso in un terzo progetto di Proposta Vini, dedicato alle Bollicine da Uve italiane, poiché è uno spumante prodotto con le citate varietà di Lagarino Bianco e Valderbara coltivate nella zona della Valsugana: si tratta di un “rifermentato in bottiglia con il mosto dell’annata nella primavera successiva prodotto senza uso di prodotti chimici, senza uso di solforosa, non filtrato, alla ricerca di una completa naturalità del prodotto”.
Al naso lascia avvertire pasta madre e idrocarburi, in bocca invece è il turno di mandarino verde, avocado ed erbe selvatiche, creando un’identità organolettica di estrema complessità offerta con un sorso materico, pastoso e molto stuzzicante.
Bianco è pure Annly, da uve Chardonnay, con una piccola percentuale di Gewurztraminer, vendemmia 2019, affinamento in acciaio e gli ultimi due mesi in bottiglia: se il bouquet è fresco e floreale, il gusto rivela frutta tropicale insieme a pera e cedro.
Dalla beva immediata e avvincente.
Uve Chardonnay che ritroviamo insieme a un 20 % di Pinot Nero nel Metodo Classico Spumante con 24 mesi di permanenza in bottiglia: al naso echi di panificazione, in bocca ananas, mango essiccato ed erbe officinali esaltati da un’acidità stimolante.
Il Poho Rosso invece è “prodotto con le vecchie varietà della collina di Povo”, uve rosse fermentate in acciaio che poi affinano in bottiglia per sei mesi: spiazza e conquista il bouquet di barbabietola, così come il ritrovare al palato la chiara impronta del radicchio rosso tardivo, insieme a sorbo e corbezzolo.
Il sorso ha un incedere dalla serenità antica, con il conseguente equilibrio che tiene le redini di un ben presente spirito selvaggio.
Nel finale, poco alcol e tanta vegetazione.
Abbiamo approfondito il senso del progetto con Matteo Furlani, nel video che trovate qui di seguito.
Info: http://www.cantinafurlani.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/furlani