Dalla cantina Limina, i vini biodinamici trentini di Giuliano Micheletti
Tutto è particolare nell’opera e nel pensiero di Giuliano Micheletti, dal suo collocare un’attività agricola in parte perfino in un contesto urbano senza perdere un briciolo di suggestione bucolica all’affermazione dell’incidenza dei valori filosofici nella pratica concreta della vitivinicoltura, con la naturale conseguenza di una debordante originalità della sua produzione marchiata Limina collocata in Trentino.
“Giuliano coltiva un vigneto sito nel contado agricolo di Trento, ora inglobato nella città, proprio tra i grattacieli di Man, un moderno sobborgo” spiega il suo altrettanto appassionato distributore Proposta Vini, specificando che “per questa ragione è inserito nel progetto chiamato La Collina di Trento”, area “abitata da millenni, come testimoniano i siti preistorici di Gaban e Madonna Bianca e coltivata ancor prima dell’arrivo dei Romani”, una scalinata naturale “che collega i monti alla città, ubicata sulla sinistra della Valle dell’Adige, all’imbocco della Valle della Fersina e ben riconoscibile alle pendici del Calisio, del Celva e della Marzola: un meraviglioso saliscendi di vitigni storici da cui nascono vini eccellenti”.
“La filosofia del nostro lavoro è quella di ricercare una strada di libertà, rispetto della natura, della terra, dell’aria e dell’acqua: i nostri vini raccontano una storia d’amore per quello che facciamo” ha raccontato Micheletti sulla propria pagina nel sito del Tavolo Economia Solidale Trentina nominato dalla Giunta provinciale di Trento (https://www.economiasolidaletrentina.it/limina-giuliano-micheletti/), dove informa delle dimensioni dell’azienda, la quale “copre una superficie di 4 ettari di cui 3,3 coltivati a vigneto con metodo biologico dal 1998, passato poi nel 2006 al biodinamico”.
I particolari parlano di vigneti di bassa collina che “si dispongono ai piedi del Dos di S. Rocco e più della metà hanno almeno 40 anni, altri invece si trovano a Drena ad un’altitudine di 500 m slm”.
L’azienda coltiva “secondo il metodo biodinamico che garantisce la possibilità di ottenere attraverso il nostro lavoro in vigna e in cantina un prodotto che esprima a pieno il concetto di territorio”, quest’ultimo inteso “in senso fisico (terra, roccia, clima e microclima), come storia (ambiente, cultura, tradizione) e come saper fare (competenza e metodo)”.
Fortemente motivata questa adesione al metodo Biodinamico, attraverso il quale “il vignaiolo recupera le competenze e il saper fare che consente alla propria vigna di affrancarsi da apporti di nutrienti chimici, di esplorare in profondità il proprio ambiente e di nutrirsi così del suo Territorio (terra, storia e microclima) con rispetto e cura reciproca”.
Impossibile non iniziare dai suoi strepitosi spumanti.
Il Dosaggio Zero Man 283, metodo classico da uva Chardonnay, parte all’olfatto da frutta a polpa gialla matura e un pizzico di cannella, per proseguire in bocca con albicocca in confettura, piretto, alloro, fino a un singolare retrogusto di castagna fresca.
L’ottima acidità esalta la beva.
Il Fuori Schema Dosaggio Zero, metodo classico da uva Riesling, ha un bouquet di nettarina e gusti di bergamotto, yuzu, ribes giallo e ruta.
Molto secco, ieratico, spiazza e incanta al tempo stesso con la tendenza all’amaricante.
Perfetto e autorevole a tutto pasto.
Tra i vini fermi, il Limen Bianco proviene da Riesling renano in purezza e presenta un profumo di gelsomino con screziature erbacee, mentre il gusto individua avocado, olivello spinoso, susina gialla e genziana.
Forte personalità, frutto di totale assenza di ruffianeria.
Il Limen Rosso deriva da Merlot al 100% per un intrigante bouquet complesso che varia dalla violetta al cuoio con accenni di muschio, mentre in bocca emergono prugna essiccata, fragola caramellata, gelso nero, cioccolato fondente e liquirizia.
Intensa l’acidità.
Il corpo è esile e delicato, ma l’impatto organolettico è di appagante potenza.
Tutti questi nettari sono inseriti dal distributore Proposta Vini nel progetto Dinamiche Interpretazioni che riunisce “sperimentazioni e intuizioni di alcuni produttori che, in vigna e in cantina, recuperano antiche pratiche agricole e di vinificazione oppure che intraprendono strade innovative con l’intento di coltivare la vite in maniera rispettosa dell’ambiente e, di conseguenza, produrre vini più salubri”.
Micheletti giustifica l’inserimento in tale progetto con questa sua dichiarazione d’intenti: “il vino è storicamente liminare, è confine fra natura grezza del frutto e civiltà che da millenni lo produce e lo beve; oggi è diventato occasione, soglia, per aprirci a una dimensione nuovamente poetica dell’agricoltura finalmente libera dalle mode e dal materialismo della chimica: le nostre vigne hanno i piedi profondamente radicati nel terreno e la testa rivolta alla bellezza del cielo; il risultato sono vini di luce, vivi, longevi espressione del nostro lavoro e figli della terra dove nascono”.
Considerata la variegata profondità del lavoro di Giuliano Micheletti, abbiamo voluto chiedergli maggiori dettagli su filosofia e azioni che applica quotidianamente: ci ha risposto in un video realizzato appositamente per noi che potete vedere e ascoltare qui di seguito.
Info: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/limina-giuliano-micheletti/