Dalla cantina ungherese Füleky, tutte le favolose sfumature del Tokaji da uve Furmint
Un’autentica fiaba sotto ogni aspetto, dai sapori da sogno dei suoi prodotti alla favola esopica teriomorfica che dà il nome a una linea di vini, dall’ammaliante contesto naturale premiato dall’Unesco alla scenografica sede di una magione del XVIII secolo: sono gli elementi di seduzione intellettuale di cui dispone la fantastica realtà della cantina Füleky che in Ungheria presidia quel miracolo del gusto del Tokaji.
La storia animalistica da cui prende il nome la linea più rappresentativa della cantina è davvero una favola, riportata dal distributore italiano Proposta Vini: “la Cicogna Bianca Fülöp è nata in Spagna nella valle del fiume Ebro nel 2003”…
… “non sappiamo se abbia mai lasciato l’Europa, ma è certo che vive a Bodrogkeresztúr dal 2006. Ha allevato 34 giovani cicogne; il suo compagno è sempre emigrato, ma lei è rimasta stanziale. D’inverno si riscalda sui camini, beve acqua dal fiume Bodrog, caccia topi di campagna ed è la signora di tutti i nidi di cicogne della zona. Abbiamo dedicato una linea di produzione alla nostra fenomenale cicogna che festeggia il suo 15° compleanno nel 2018. Con una parte del reddito ottenuto, sosteniamo la manutenzione e la creazione di nidi di cicogne e l’isolamento elettrico per proteggere gli uccelli a Bodrogkeresztúr e nel circondario”.
Bodrogkeresztùr è un minuscolo comune ungherese di poco più di mille abitanti della provincia di Borsod-Abaúj-Zemplén che si trova nel nord-est del Paese, vicino al confine con la Slovacchia. Il nome è collegato al fiume Bodrog che ne segna il paesaggio, in una zona di antichissima antropizzazione che ospita un sito gravettiano espressione del primo periodo dell’omonima cultura paleolitica, essendo stata fissata la datazione a 28.700 anni a. C.: reperti archeologici di tale area si trovano anche al British Museum di Londra.
Si tratta in fondo di un villaggio ancestrale attraente pure sul piano turistico non soltanto per la sua storia millenaria ma anche per la possibilità di svolgere pratiche sportive all’aperto e attività fluviali, visitare un museo etno-antropologico, mangiare in riva al fiume, ma soprattutto di visitare diverse grandi cantine artigianali aperte al pubblico che organizzano anche manifestazioni come il festival All Saints’ Merriment che si svolge il secondo sabato di ottobre.
L’azienda vinicola Füleky è una tenuta di medie dimensioni ai piedi della collina Tokaj, proprio vicino alle rive del Bodrog.
Della struttura Füleky fanno parte sia un palazzo barocco del 18° secolo splendidamente ristrutturato che la moderna cantina in pietra della zona che ha vinto il titolo di Edificio industriale dell’anno 2011 nel sondaggio di ArchDaily.com, il sito web di architettura più famoso al mondo.
La cantina, fondata nel 1998, prende il nome da György Füleky, un membro fondatore della First Tokaj Wine Growing Association.
Dispone di 25 ettari dei migliori vigneti di Tokaj, dislocati in undici località diverse: Teleki, Vinnai, Bakonyi, Dobai, Mestervölgy, Úrágya, Király, Veresek, Somos, Sajgo, Palandor.
La filosofia di lavoro prevede costante sperimentazione nei vigneti e produzione di vini selezionati in vigna.
Ci troviamo come detto nella pregiatissima regione vinicola di Tokaj, alla confluenza dei fiumi Tisza e Bodrog nella parte nord-orientale dell’Ungheria, a 220 km da Budapest, il cui potenziale enologico unico e la sua capacità di creare centinaia di anni di cultura sono stati riconosciuti nel 2002 dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Le sue risorse naturali e umane si basano su: il clima e il microclima dell’area, il regolare sviluppo delle condizioni meteorologiche autunnali, la topografia della regione vinicola con una posizione protetta da monti, la composizione del terreno significativamente in roccia vulcanica, presenza di caratteristici vitigni autoctoni come Furmint, Hárslevelű, Sárga Muskotály e in misura molto minore Zéta, Kövérszőlő, Kabar, oltre “alla pratica unica al mondo della tecnologia di vinificazione, conservazione e maturazione” come quella di aszú con invecchiamento del vino in piccole botti, fino a “una popolazione laboriosa che da secoli coltiva la viticoltura e il vino”, frutto di una tradizione “che risale al XVI secolo per la produzione di vini dolci naturali e nobili e di vini bianchi secchi di alta qualità”.
Le tradizioni vitivinicole di Tokaj sono riportate da documenti risalenti al XVI secolo, con la prima menzione scritta del vino aszú nell’inventario della famiglia Garay datato 15 maggio 1571.
Se il Re Luigi II di Francia afferma “questo è il re dei vini e il vino dei re”, è invece nel 1737 che “vengono determinati per la prima volta al mondo il regolamento del Tokaj, la delimitazione della regione vinicola e le basi della protezione dell’origine: si completa così il disciplinare della prima denominazione di origine in Europa e nel mondo”.
E’ del 1886 la prima causa internazionale in cui i produttori Tokaj hanno ottenuto la protezione in tribunale del nome Tokaj, il quale nella versione aszú è elencato come medicinale nelle farmacopee tra il 1920 e il 1950.
Avviene nel 1993 la conclusione dell’accordo tra la Comunità europea e la Repubblica di Ungheria sulla protezione e il controllo reciproci delle denominazioni dei vini (decisione del Consiglio del 23 novembre 1993), compreso il nome esclusivo di Tokaj pure nei confronti della provincia del Friuli-Venezia Giulia.
La qualità dei vini Füleky parte dall’influenza del substrato roccioso vulcanico del suolo e dalla presenza di diversi tufi di copertura, stesso materiale che va a comporre le cantine per l’invecchiamento rendendo perfetta la regolazione termica.
Il capolavoro assoluto è il Tokaji Aszú 6 Puttonyos da uve Furmint in purezza vendemmiate manualmente in cassetta con selezione in vigna nel corso della quale gli acini intaccati dalla botrite vengono scelti uno ad uno, con una quantità media giornaliera di raccolta a persona di circa 5 chilogrammi. In fase di vinificazione “gli acini appassiti vengono mescolati con una piccola quantità di mosto per estrarre lo zucchero contenuto: dopo alcune ore (24-48) avviene la spremitura e il liquido ottenuto passa in botte per la fermentazione; 1 puttony equivale a circa 25 kg di acini di uva botritizata (Aszu) aggiunte a barili da 136 litri che ne determinano la concentrazione e la complessità”.
Maturazione e affinamento avvengono in botti di ciliegio anche per anni.
Il risultato è un intensissimo profumo di miele di castagno, con zagara e fico appassito, mentre in bocca si sviluppano miele di cisto, albicocca disidratata, fico di Pisticci caramellato, uvetta, melangolo candito e caramella di carruba.
Denso, potente, carezzevole, prodigioso.
Di minore impatto abboccato ma di maggiore complessità il Tokaji Late Harvest Fülöp 2018 da vendemmia tardiva sempre di Furmint coltivato sul tufo ma soprattutto sul loess, deposito di origine glaciale molto caratteristico. Il suo bouquet tenue richiama echi di miele di cisto, evidenziando il limitato apporto zuccherino, il quale lascia libera di esprimersi una polifonia sensoriale che attacca con un intrigante afflato amaro di genziana, prosegue con l’umami del tè verde, l’aspro moderato del cedro e sfocia nel melangolo candito, con un lontano ricordo di fico essiccato.
Su note omologhe si muove il Tokaji Pallas Late Harvest Reserve che però immette nella considerazione degustativa la polpa corposa dei frutti surmaturi insieme a una più evidente percezione di acidità e mineralità.
Il Tokaji Dry Fülöp è un blend di 50% Furmint, 35% Hárslevelu e 15% Muskotály tutto lavorato in acciaio che dopo un’immersione olfattiva nella zagara in fiore fa esplodere una mineralità tale da farlo vibrare di golosità, innestando tra nespola e miele di cisto una dominante nota di limone sfusato e una più leggera di mandarino verde, fino a un finale amaricante e balsamico di erbe officinali.
Il Tokaji Furmint Dry torna al vitigno principale in purezza fatto evolvere in botti grandi per regalare diverse screziature esotiche, dal bouquet tropicale al palato che accoglie mandarino, pesca sciroppata, abbamele, Maracuja e un’eco di zafferano.
Per completare il ritratto di Füleky, abbiamo chiesto il brillante supporto di Gianluca Telloli, Responsabile Selezione e Ricerca di Proposta Vini che distribuisce in Italia questi nettari, inserendoli nel progetto Il Circolo di Vienna che “ti fa viaggiare dal Danubio all’Adriatico” in “una piccola Europa nata quando quella grande ancora non c’era”.
Imperdibile l’intervento di Telloli che potete seguire nel video che segue.
Info: https://www.fuleky-tokaj.hu/#
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/fuleky/