Dalla passione di Mauro Lorenzon, Dorona Criterio di Laguna di Venezia
Mauro Lorenzon è uno dei personaggi più conosciuti del mondo del vino non soltanto in Italia, certamente per il suo trasgressivo abbigliamento iper-cromatico che sembra provenire dalla moda punk anni ’70 del negozio Sex di Malcolm McLaren e Vivienne Westwood a King’s Road, ma anche e soprattutto per la grande competenza che insieme a un’innata simpatia e un debordante istrionismo gli hanno consentito di portare la sua Enoiteca Mascareta a Venezia al rango di locale cult famoso in tutto il mondo: ma tanta grandeur in realtà ha alla base un infinito amore per il vino che lo ha condotto a salvare dall’oblio e rilanciare un piccolo vino da vitigno storico della laguna veneziana, la Dorona.
Mauro spiega che quest’uva è semplicemente una Garganega chiamata Dorona dai contadini della fronda lagunare veneziana e delle sue isole.
Nome che fa riferimento all’Uva Dorata di antica conoscenza.
Lui si ritiene con pieno titolo colui che ha riscoperto vino e vitigno, con il sostegno di amici ristoratori e appassionati con i quali ha fondato l’associazione Laguna nel bicchiere – Le vigne ritrovate.
Il primo contadino coinvolto nel progetto di recupero è stato Vio Gastone dell’isola di Sant’Erasmo, come raccontato a suo tempo dalla nostra rivista (http://www.storienogastronomiche.it/la-vera-dorona-di-venezia-vino-contadino-non-per-soli-ricchi/), un vitivinicoltore con una produzione media di cinque o sei damigiane, incentrata sul più rigoroso metodo ancestrale.
Una piccola partita dunque che Mauro ha imbottigliato per l’amico Gianpaolo Girardi di Proposta Vini. Un rapporto durato alcuni anni, fino a quando Gastone del 2020 non ha deciso di fare tutto da sé.
Da quel momento per Lorenzon è iniziato un intenso censimento empirico che lo ha visto andare vigna per vigna nel territorio lagunare per scoprire altre produzioni di Dorona.
Nel suo indefesso viaggio alla ricerca di piccole ma sincere espressioni contadine del vitigno, Lorenzon è approdato di volta in volta a Saccagnana, Casavio, Cavallino, dove ha acquistato l’uva “vendemmiata in cassetta”, portandola in una cantina amica per vinificarla con un sistema arcaico che lui stesso ha battezzato Criterio, lemma che adesso dà il nome al vino prodotto nell’ultima annata.
Per Lorenzon il termine Criterio ha il significato di “vinificare con la minor manipolazione possibile”, con “fermentazioni spontanee, con lieviti propri, senza aggiunta di solfiti”, quindi rifermentazione del vino ottenuto, pied de cuve con l’aiuto del mosto dolce di Dorona e “lieviti collaborativi di grani antichi”: il risultato porterà “a minute bollicine che arriveranno ad un massimo di due atmosfere”.
Il Criterio in distribuzione adesso è frutto questa volta del terreno di Treporti del “mini-vignaiolo” Danilo Conte Bozzato.
Al naso ricorda la pesca sciroppata, mentre il palato avverte una lievissima vivacità in bilico tra dolce, agrumato e amaro, esprimendo melangolo candito, susina gialla, carruba e genziana.
Oggi la Mascareta è stata affidata a un’altra gestione, ma l’inarrestabile Lorenzon è già pronto a una nuova avventura con un locale che aprirà tra pochissimi giorni, proprio con una grande degustazione della sua nuova Dorona: è lui stesso a svelarci tutto in anteprima nel video qui sotto.
Info: https://www.ostemaurolorenzon.com/l-oste
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/laguna-di-venezia/