Davide Longoni e il “cugino ricco del pane”
Il Panettour dedicato ai panifici chiude con il letterato Davide Longoni che nel suo laboratorio di Monza si perfeziona da anni: ce lo ricordiamo l’anno scorso non ancora soddisfatto di un panettone al cioccolato che invece noi abbiamo trovato magnifico. Anche perché lui il cioccolato lo attinge da una barra intera che frantuma e di cui inserisce le scaglie nell’impasto.
Per il panettone classico la sua filosofia è invece farlo meno carico di quello di pasticceria: la sofficità è spumosa, la presenza di canditi e uvetta è parca, il potente sentore di ottimo burro è avvolto da freschissimi profumi floreali, lasciando una sensazione di leggerezza anche per la sua digeribilità.
A ribadire le ragioni del nostro tour tra i panettieri, Longoni definisce il panettone come “il cugino ricco del pane”. Il suo a Milano potete trovarlo nella sede di via Tiraboschi 19.
Longoni è l’ennesimo forestiero arrivato a dare nuova energia al dolce tradizionale meneghino.
Quest’anno a sbarcare in città è stato il siciliano Nicola Fiasconaro, al corner shop del Carlyle Hotel di corso Garibaldi: panettoni con tripudio di materie prime, glasse profumate e, a parte, golose creme da spalmare, innovazioni nel solco di Pietro Ferrua con la Galup; ma c’è anche il tradizionale King, memore della lezione di Gino Alemagna e Angelo Motta.
E’ arrivato pure il Maestro legnanese Massimo Grazioli con un panettone sbalorditivo che si può trovare ancora al Bistrot della Stazione Centrale.
Tra i foresti residenti invece cresce l’egiziano Botros Khella, artista del burro che nella sua ampliata pasticceria Valente di via Donatello 27 ha portato un tocco di esotismo con il panettone ai datteri.
Storico poi il pugliese Corcelli che in via Plinio 13 ne sforna tanti tipi, ciascuno dedicato a un frutto goloso, come quello alle noci.
Così, mentre i pasticceri autoctoni si siedono sugli allori o vendono alle multinazionali, a riportare entusiasmo per il dolce identitario cittadino sono loro, i nuovi milanesi del panettone.