Il Domaine Belluard regno del Gringet, autoctono della Savoia
Un’intera realtà radicalmente impegnata nella tutela e valorizzazione di un unico vitigno, così raro e prezioso da dedicare l’impegno di una vita intera, il Gringet, uno “dei più antichi vitigni autoctoni delle Alpi” che rappresenta la missione del Domaine Belluard, 12 ettari vitati nella piccola città di Ayse in Alta Savoia, nel cuore della valle dell’Arve tra Ginevra e Chamonix Mont-Blanc.
Il vitigno Gringet è così identitario nella zona perché coltivato soltanto in questa denominazione e da nessun’altra parte.
Sul piano storico si ritiene che “questo vitigno endemico della Savoia fosse presente già prima dell’arrivo dei romani”, mentre le ultime analisi del DNA “mostrano che non appartiene alla famiglia dei Savagnins (Traminer) come molti pensano”.
L’azienda della famiglia Belluard è stata creata nel 1947 e dal 1988 è stata condotta da Dominique, vigneron di grande personalità e molto stimato, il quale ci ha lasciati lo scorso 17 giugno a soli 55 anni, buona parte dei quali trascorsi lottando tanto per portare all’eccellenza il suo Gringet, come quando ha dovuto difenderne i terreni vitati dalle mire speculative degli immobiliaristi, o stimolando una ricerca genetica per affermarne anche scientificamente la sua natura ampelografica di autoctono savoiardo.
Dominique è stato anche un pioniere e convintissimo sostenitore dell’agricoltura biodinamica, ritenuta “l’unica risposta alle leggi del vivere”. Infatti sottolineava che “la terra dove affondano le radici delle piante, non è solo un supporto per le piante, ma un luogo di vita e di scambio tra mondi: vegetali (radici, funghi, lieviti, ecc.), animali (insetti, lombrichi, batteri…) e minerali (rocce, limi, argille…): sono questi microrganismi che strutturano la nostra madre terra”, pertanto evidenziava quanto su essa abbiano un’azione estremamente dannosa tutti i pesticidi sintetici.
Metteva quindi in guardia dal calo dell’attività microbica perché colpisce direttamente la struttura del suolo e porta a una perdita del terroir. La soluzione la individuava nei preparati biodinamici a base di sterco di vacca che “rivitalizzeranno e aumenteranno l’attività biologica (crescita e resa)” e nella silice ridotta in polvere in grado di strutturare la pianta e renderla resistente alle malattie. Seguendo la filosofia steineriana, attribuiva a questi rimedi anche la capacità di mettere la pianta in relazione con la Terra e il Cosmo che riequilibreranno i Ritmi giorno/notte, luna nascente/luna discendente e le stagioni: primavera, estate, autunno, inverno.
Non a caso aveva fatto propria e citava la frase proprio di Rudolf Steiner che recita “le Forze catturate dalle piante non si perdono per chi le mangia”.
Per Belluard la conversione all’agricoltura biodinamica è arrivata nel 2001 e da quel momento “l’osservazione e l’analisi permanente del vigneto ci portano ad una condotta di protezione e cura delle piante integrando tutti gli elementi naturali circostanti, sempre alla ricerca dell’equilibrio tra il mondo vegetale, animale e minerale a discapito dei pesticidi”, mentre adesso “la principale preoccupazione del Domaine è quella di coltivare le viti nel massimo rispetto dei terroir e delle tradizioni produttive”
Ciò avviene su “pendii soleggiati ad un’altitudine di 450 m nel clima delle Alpi” che “sono esposti verso sud dove oggi rimangono una ventina di ettari di vigneti molto particolari e molto antichi (dal XIII secolo troviamo le prime tracce scritte che attestano la presenza di Ayse vigneto)”, la cui geologia registra ambiti calcarei, sedimenti di ghiacciai, argilla rossa.
L’azienda ricorda che le terre della famiglia Belluard un tempo erano ricoperte di alberi da frutto e i genitori di Dominique hanno gestito i loro frutteti fino agli anni ’80, prima che il figlio prendesse le redini dopo avere concluso gli studi di enologia a Beaune.
Ayse è uno dei 22 vini AOC savoiardi e rappresenta il 2% dei vini della Savoia: “attualmente sono in produzione solo 22 ettari di Gringet, di cui 10 lavorati all’interno della tenuta, il resto è distribuito su dieci piccoli produttori”.
Nella sua espressione ferma, il Gringet Les Alpes che per il 60% matura in contenitori a uovo di cemento esprime un fantastico bouquet di frutta matura, albicocca in testa, insieme a note di alloro ed echi di idrocarburo, mentre in bocca lascia avvertire bergamotto, tè oolong, avocado e genziana.
Ha un’acidità intrigante che si innesta in un corpo spesso con un sorso carnoso.
La beva è sontuosa e complessa al tempo stesso, tanto da irretire a ogni stilla, fino a un finale dalla persistenza infinita che restituisce una sensazione di purezza minerale ipogea.
Memorabile.
La possibilità di ricavare grandi bollicine dal Gringet è stata un’altra delle grandi convinzioni di Dominique Belluard e forse la più esaltante delle sue vittorie, perché effettivamente le due referenze prodotte svettano nell’empireo dell’eccellenza enoica.
La pietra angolare per noi è l’Ayse Brut Zéro Terroir du Mont-Blanc Méthode Traditionnelle per l’assenza di dosaggio che consente di entrare nell’intimità più profonda del vitigno.
Al naso è sublime la sua esuberanza floreale che si arricchisce di richiami al fogliame e alla roccia nuda.
In bocca è densissimo, materico, con un placido petillant che si limita a renderlo brioso e brillante senza scomporne la monumentalità.
Sempre al palato la conferma del bergamotto e il recupero dell’albicocca si affiancano all’evocazione di purea di pera, alloro e cirmolo.
Sontuoso, appena vellicato da un’acidità sommessa, è un nettare che induce alla meditazione, mentre a tavola pretende piatti importanti per l’abbinamento.
La versione Ayse Brut Les Perles du Mont Blanc Méthode Traditionnelle prevede una permanenza su lieviti indigeni per 24 mesi che lo distanzia dal precedente per una maggiore estrazione del frutto maturo e una marcata impronta minerale, pur senza rinnegare i citati descrittori.
Più incline al classicismo e dalla beva più empatica, anche in questo caso stimola un profondo senso di rispetto da parte del degustatore, concentrato nel cogliere le intriganti sfumature di un ampio spettro sensoriale.
Per approfondire il ritratto del Domaine Belluard e dei vini da Gringet ci siamo rivolti al suo distributore italiano, Proposta Vini, nella persona di Gianluca Telloli che ne è il Responsabile Selezione e Ricerca, il quale è stato anche amico personale di lunghissima data di Dominique: il suo intervento potete seguirlo nel video sottostante.
Info: http://domainebelluard.fr/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/domaine-belluard