Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno (VA), osmosi di pregi tra paesaggi, architetture e arti
Un’osmosi tra lo splendore coreografico della Natura, il genio architettonico dell’Uomo, la sensibilità artistica dei pittori e l’afflato spirituale dei religiosi, per una mirabolante complessità che si specchia nelle acque del lago Maggiore nel territorio di Leggiuno in provincia di Varese: è una sintesi che prova a spiegare la grande forza d’attrazione dell’ Eremo di Santa Caterina del Sasso che non si può giustificare soltanto con la pur meravigliosa vista panoramica, bensì aggiungendo valori intellettuali ed emotivi tali da renderla meta di visitatori rispettosi e motivati.
La storia del luogo è tratta dalla tradizione secondo la quale l’Eremo è “stato fondato da Alberto Besozzi, un ricco mercante locale che, scampato ad un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel tratto di costa e condurvi vita da eremita”.
Proprio in questo punto il Beato Alberto fece edificare la cappella di Santa Caterina d’Egitto risalente al XII° secolo, poi “affiancata da altre due chiese, quella di San Nicola e Santa Maria Nova, la cui esistenza è certa a partire dal XIV° secolo”.
Besozzi non ha mai lasciato questo luogo di eremitaggio, poiché il suo corpo ancora vi giace ben visibile all’interno di una teca, la quale riporta la data di morte del 1205.
Sull’origine del nome di tale bene culturale esistono due tesi.
Alcuni attribuiscono a un miracolo di inizio Settecento “quando cinque enormi massi ballerini precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910”: da qui deriverebbe la denominazione Santa Caterina del Sasso Ballaro, anche se un’altra tesi sottolinea come sia “più probabile che l’etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate”.
L’Eremo nel corso dei secoli ha ospitato i Domenicani, i frati di Sant’Ambrogio ad Nemus, i Carmelitani, gli oblati benedettini, fino a oggi che la gestione religiosa “è affidata alla Fraternità Francescana di Betania”.
Dal 1970 l’Eremo è proprietà della Provincia di Varese che lo ha acquisito “per salvarlo e riportarlo al suo splendore”, un impegno che ha visto un investimento iniziale equivalente a 7,5 milioni di Euro cui si aggiunge ogni anno una parte del bilancio dell’ente dedicata alla manutenzione.
Gli ambienti dell’eremo già suggestivi di loro sono impreziositi da alcune opere di arte antica perfettamente inserite nel contesto.
Di particolare rilevanza la tavola autografa con la Crocifissione datata 1510 che doveva essere la pala d’altare della chiesa dell’Eremo; raffigura Cristo Crocifisso posto tra la Vergine e San Giovanni Evangelista in piedi, la Maddalena inginocchiata alla base della croce e altri due santi ai lati (certamente San Nicola uno, l’altro forse Sant’Ambrogio): alla staticità contrita di queste figure fanno da contraltare i movimenti delicati degli angeli in volo nell’atto di raccogliere il sangue e la postura interrogativa dei gruppi di militi che assistono al martirio.
Un’opera ossimorica che si distingue proprio per l’apparente mestizia con cui rappresenta l’invece incipiente temperie spirituale che attende l’umanità da lì in poi.
Colpiscono emotivamente pure certi affreschi narrativi dal chiaro intento pedagogico, atti a cristallizzare in un’iconica tranche de vie un messaggio apostolico…
… mentre crea sorpresa l’omaggio figurativo al superlativo panorama del luogo, una sorta di mise en abime che instaura vasi comunicanti visivi tra la realtà fenomenica e la sua traduzione creativa.
Da notare che “l’eremo di Santa Caterina del Sasso può essere raggiunto anche con il nuovo ascensore scavato nella roccia realizzato dalla Provincia di Varese”, definito “una ardita e moderna opera ingegneristica per accedere al monastero da uno dei punti più panoramici del Verbano” la quale consente “di superare in completa agevolezza i 51 metri di dislivello tra il piazzale delle Cascine del Quiquio e l’ingresso vero e proprio”.
Info: http://www.santacaterinadelsasso.com/