Etnella, il vino naturale come mosaico della biodiversità dell’Etna
Una realtà tanto defilata quanto ramificata, quella che fa capo a Davide Bentivegna sul versante orientale dell’Etna. Un ordito di terreni e attività agricole da ricostruire pazientemente per chi si approccia al composito mondo di Etnella, anche perché lo spirito naif con cui è gestita porta a non dare grande importanza alla comunicazione e all’immagine esterna, portando a trascurare la puntualità nei rapporti con i media.
Mettendo insieme i pezzi, si nota una ricerca dei terreni etnei più vocati alla viticoltura, scelti con differenti altitudini ed esposizioni per avere un ventaglio di cru da cui scaturiscano vini con significative differenti complessità.
I vari appezzamenti si trovano sul Monte Argano a Presa nel comune di Mascali (450 metri sul livello del mare), in Contrada Galfina a Linguaglossa (600 mt), a Santo Spirito a Passopisciaro (800 mt) e in contrada Sciarone e Nave nel comune di Randazzo (1000 mt), tutti territori in provincia di Catania.
Dei quindici ettari coltivati, cinque sono occupati dalle viti, tre dagli ulivi e tre dai frutteti, obbedendo al principio che vede nella biodiversità un elemento di maggiore ricchezza e vitalità per i terreni.
Bentivegna ha sempre adottato criteri di coltivazione naturale, ma adesso ha fatto il passo di ottenere le certificazioni del suo lavoro.
Grande la sua attenzione alla composizione dei terreni, ai microclimi, alla lavorazione dei frutti, tutto seguito attingendo alla sapienza antica e a una scrupolosa cura artigianale.
Tanto che il vino prodotto viene imbottigliato soltanto su commissione: si mette in vetro esclusivamente quanto richiesto volta per volta dai clienti, perché per il resto preferisce farlo maturare nelle botti. Questo rende difficile potere provare i vini dell’azienda, vista anche la mirata e quindi limitata diffusione dei prodotti.
Il prodotto di punta è il Notti Stellate, classico blend autoctono etneo, a base di Nerello mascalese, con il piccolo contributo del Nerello Cappuccio.
Un vino che Bentivegna descrive come materico, per la sua densità masticabile, nonché vivo, per la capacità di evolversi, mentre la complessità è garantita dall’utilizzo delle uve a diversi gradi di maturazione e dalle micro-variazioni del terroir.
I frutti, anch’essi tipici del vulcano, danno vita invece a confetture e gelatine con il marchio Etnella. Si tratta di frutta di stagione, come arance, pere coscia, fichi d’india, gelsi neri e bianchi, lamponi, mele cola, cachi, mele cotogne, nespole, sorbe, mandarini, ciliegie, fichi bianchi e agrumi sbucciati a mano, con l’aggiunta volta per volta di altri ingredienti naturali, come miele di zagara, succo di limone, fiori (viole), spezie (peperoncino, pepe rosa, zenzero), erbe (menta). Curiosa la preparazione a base di Vino Nerello Mascalese, tratta proprio dal Notti Stellate.
Dalle olive presenti nei vigneti infine vengono prodotti cru di Olio Monte Etna Biologico, con l’impiego delle cultivar Nocellara dell’Etna, Brandolfina, Frantoiana, Coratina e San Benedetto.
Una varietà di prodotti che riflette perfettamente la ricchezza dell’ambiente naturale etneo da cui scaturiscono e la personalità di chi li lavora, vulcanica anch’essa.
Info: etnella.com