Expo, occasione persa per la cultura gastronomica
La più grande concentrazione di culture gastronomiche della Storia: questo è stato Expo, un irripetibile caleidoscopio di piatti di tradizioni diverse per la prima e probabilmente ultima volta riuniti nello stesso luogo.
Mentre trionfava la retorica di volere eliminare la fame nel mondo con una fiera, è sfuggito che a Expo si è affermato definitivamente il valore culturale e antropologico del cibo, ma indipendentemente dalle intenzioni degli organizzatori, i quali non hanno ben compreso cosa si sono realmente ritrovati tra le mani.
Infatti proprio gli stessi organizzatori hanno trascurato il valore della gastronomia presente Expo, non imponendo un severo disciplinare ai ristoranti della manifestazione: è accaduto così che spesso non ci fossero menu in italiano, né spiegazioni dei piatti e ancor meno il racconto della loro genesi. Una clamorosa occasione sprecata di diffondere la conoscenza della gastronomia e di affermare il ruolo di testimonianza delle ricette tipiche.
Lo hanno fatto in pochi, autonomamente, come la Slovacchia e la Germania, con carte delle vivande che spiegavano provenienza regionale delle pietanze e cenni del loro ruolo nelle società di appartenenza. Lo ha fatto anche il Laos, informando sul largo uso della “salsa di pesce”, forse lontana parente del garum romano che infatti era di provenienza orientale.
Plauso anche al Cile che indicava da quale parte del Paese arrivassero le ricette, mentre al bar della Colombia un monitor dispensava dettagli sui caffè serviti, dall’area di coltivazione alle caratteristiche organolettiche.
Adesso, mentre si discute di cosa fare con le strutture architettoniche, nessuno pensa a salvare tale biodiversità alimentare: queste specialità etniche torneranno nelle proprie nazioni e nel 90% dei casi non ci capiterà più di incrociarle nella nostra vita.
Dove potremo mangiare più il riso al latte di cocco e acciughe della Malesia? E il pane fritto con formaggio della Lituania? E mille altre curiosità speziate? Nel corner dello street food del Bangladesh una cameriera ce l’ha detto chiaramente: le nostre lenticchie croccanti non le potrete più mangiare qui. Aveva ragione.
Ecco cosa ci mancherà di Expo, questa umanità consapevole ricca di sapienza popolare, ben superiore alla sensibilità dei burocrati di Expo.