Extravergine e Olio Toscano IGP, il miracolo di undicimila soci
Mercato Centrale, che dopo Roma sta cercando un posto a Milano, per Firenze che festeggia Chianti Classico per i suoi 300 anni.
Ma la Toscana che fa sistema aveva portato al Four Seasons l’olio del Consorzio Toscano IGP, una filiera che mette sul mercato internazionale l’eccellenza toscana che non si vende già da sola.
Sono le zone della Costa, di Arezzo, Firenze, i territori meno famosi che esaltano con differenze importanti i tre cultivar classici. Sotto il marchio Toscano IGP lavorano oltre 11.000 soci, 300 frantoi (circa l’80% della regione), 600 imbottigliatori, con il primato nazionale nel settore per quantitativi certificati, oltre il 40. Una campagna che vale 50 milioni di euro.
In un’annata che ha visto rese minori, problemi e prezzi in crescita al Sud, una buona notizia perché questa rete di anime e frantoi che firmano comunque la bottiglia, garantisce comunque qualità e biodiversità al palato e in cucina.
Un modello spiegato da Fabrizio Filippi, Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Olio Toscano IGP che garantisce l’eccellenza dei diversi territori di produzione con un brand ormai forte nel mondo.
Grande il 2015, in assaggio il 2016 sugli stessi livelli, esaltato dai piatti dello chef ospite Vito Mollica. La Toscana ha affrontato rese minori e mosca olearia difendendo una produzione di 3 milioni di bottiglie, meglio dei dati regionali (il 18-20 per cento dell’olio toscano, che vale il 3-5 per cento della produzione nazionale). Quindi vuol dire che gli agricoltori del Toscano IGP hanno lavorato bene dopo l’annus horribilis del 2014.
Dimenticatevi però i grandi marchi storici commerciali finiti in mano a multinazionali spagnole o travolti da inchieste (non era extravergine); premiate invece un consorzio di piccoli produttori che portano ai frantoi grandi cultivar autoctoni italiani, per un ottimo extravergine controllato in tutta la filiera. Dalla pianta ai gruppi dei soci più piccoli, con il risultato di una qualità sempre più alta e certificazioni in crescita. Tracciabilità totale. Un modello che altre regioni italiane dovrebbero copiare. L’unico problema è trovarlo (vedi sito).
Info: www.oliotoscanoigp.it
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 13 novembre 2016