Fabio de Beaumont, dall’Irpinia vini ancestrali da vigneti storici
Nobiltà è un lemma che, pur partendo da scansioni dinastiche, se ne affranca per ascendere a una teoria di metafore (come suggerisce la Treccani, nobiltà d’animo, di cuore, d’ingegno, di pensiero, di propositi, di sentimenti, di un atto, di un gesto, d’aspetto, di portamento, di maniere) e sinonimi (eleganza, garbo, signorilità) inneggianti sempre a virtù, fino a sostanziarsi in “eccellenza tecnica che si accompagna a una severa dignità formale” (https://www.treccani.it/vocabolario/nobilta/): elementi di queste qualità le ritroviamo nell’attività di Fabio de Beaumont che con la sua azienda agricola di Castelvetere sul Calore in provincia di Avellino sta costruendo su basi antichissime un regno di vini rispettosi della Memoria agreste quanto della moderna attenzione verso la Natura.
Immerso negli studi giurisprudenziali, Fabio si è reso conto che la vera eredità della sua famiglia non consisteva soltanto nell’araldica aristocratica, bensì in un patrimonio contadino condotto per secoli su basi empiriche e molto incentrato sulla produzione vitivinicola, una stratificazione temporale talmente remota che gli ha consentito oggi di ritrovarsi biotipi di vite unici in tutta la sua regione, ricette di famiglia segrete per vini fortificati e metodologie tradizionali di lavorazione delle uve dalla personalità unica.
Perfetto in tal senso il ritratto che ne fa il suo distributore Proposta Vini: “un po’ come il Barone Rampante, Fabio de Beaumont ha deciso di salire sulle sue viti di Barbera: ultimo erede della famiglia de Beaumont, a Castelvetere sul Calore dal 1600, possiede da sempre terreni destinati alle attività agricole e produttive; Fabio è ritornato nella sua terra per valorizzarla e rispettarla grazie alla tradizione tramandate dalla nonna, la Baronessa Alessandra, vinificando esclusivamente le uve biologiche aziendali e limitando l’aggiunta di solfiti”.
Infatti “l’azienda è inserita nel progetto Vini Franchi in quanto ha valorizzato l’espressione del vigneto storico a piede franco di Barbera di oltre 150 anni”.
Il sito aziendale aggiunge particolari come la circostanza che negli anni Settanta del secolo scorso la Famiglia de Beaumont “provvede a vinificare le proprie uve distribuendo il prodotto negli hotel e nei ristoranti della provincia di Avellino”, mentre oggi l’azienda “è diretta da Fabio de Beaumont, con il supporto della nonna Sandra, del papà Francesco e dall’agronomo Marco Moccia, coinvolti in prima persona nelle attività aziendali”, fedeli a una lunga storia in cui è stata mantenuta “la gestione diretta con scelte talvolta coraggiose, ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio”.
I quattro ettari vitati danno vita per adesso a poche ma significative referenze.
Il citato vigneto storico secolare a piede franco di Barbera allevato a Pergola avellinese “proviene da ciò che rimane del vigneto storico impiantato da Francesco de Beaumont, allora proprietario del Feudo di Castelvetere, nei primissimi anni dell’800: da sempre coltivata con metodi naturali e tradizionali quest’uva di Barbera veniva utilizzata in taglio per il Taurasi; da quattro anni abbiamo deciso con orgoglio di imbottigliarlo in purezza per valorizzare la magnifica espressione del Barbera in connubio con il ricchissimo territorio irpino”.
Il vino che ne scaturisce è l’emozionante Macchiusanelle che affina in fusti di acciaio per 12 mesi e almeno 18 mesi in bottiglia, favorendo profumi di confettura di Prugna Brusca immersi in un sensibile afflato balsamico, frutto di un forte contributo erbaceo che si ritrova al sorso nel contribuire a infondere un’irresistibile impronta amaricante dalle note di timo, mentre scorrono richiami a visciole selvatiche, sorbo dell’uccellatore e radici di liquirizia.
La Baronessa Frizzante è un bianco ancestrale di Fiano in purezza che arriva da un affinamento in bottiglia sui lieviti per almeno due mesi senza successive manipolazioni e assenza di sboccatura: “una volta raccolte le uve bianche autoctone di famiglia queste venivano poste in fermentazione in ampi tini; quasi alla fine della fermentazione la Baronessa ne imbottigliava una piccola parte senza filtrazione per ottenere un vino bianco frizzante secco e fresco da bere tutto l’anno: da questa tradizione nasce il nostro petillant naturel ovvero il nostro vino bianco frizzante col fondo”.
L’azione del lievito si avverte al naso con tutto il corredo dei prodotti tipici da forno, in particolare quei pani rinforzati da frutta secca lipidica di cui è contrassegnata la nostra gastronomia, mentre al palato sono gli oli essenziali della frutta essiccata a impadronirsi del retrogusto, seguito dal dipanarsi di suggestioni di Martin Sec e cotogna, avviluppate da intensa mineralità.
Il prodotto da cui è partito tutto è il Don Fa, realizzato con l’impiego di uve Aglianico e un saldo di Barbera grazie a un’antica ricetta dei Baroni de Beaumont, un vino aromatizzato con sole foglie di amarena e fortificato con poco alcool e zucchero.
L’aroma di amarena tratta dal fogliame, pur regalando la fortissima presenza del frutto, l’accompagna con sentori linfatici che ne attenuano la dolcezza liquorosa, creando un mirabile equilibrio organolettico ricco di complessità, dove spicca chiaramente la cannella.
Lo spettro sensoriale così ampio che propone, lo rende molto duttile negli abbinamenti, esaltandosi con cioccolato, vaniglia, crema chantilly, dolci fritti, pasticceria al burro.
Per completare il quadro di questa affascinante realtà, bisogna necessariamente ascoltarne il racconto dalla viva voce di Fabio de Beaumont, dalla quale traspare l’entusiasmo puro con cui conduce un’azione enoica dai profondi connotati identitari che si staglia come presidio culturale non soltanto del territorio di appartenenza ma anche della nostra civiltà bucolica.
La sua video-intervista la trovate qui di seguito.
Info: http://www.debeaumont.it/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/de-beaumont-fabio