Fagarini, dalla Valsugana i vini trentini di carattere di Tania Gozzer
Le imprese vitivinicole spesso nell’attribuirsi un nome ricorrono a metafore, sintesi o evocazioni che riescano a comunicare fulmineamente all’esterno il senso della propria missione: centratissimo appare allora quello dell’azienda trentina che ha deciso di chiamarsi Fagarini non soltanto perché è l’antico soprannome della famiglia ma anche per il suo essere un termine dialettale la cui traduzione in italiano indica il Faggio, imponente e coriacea specie arborea radicata nel territorio così come la famiglia Gozzer “affonda le proprie radici nella viticoltura” a Novaledo, nella Valsugana, in Trentino.
Radici che parlano di tre generazioni culminate oggi nella conduzione decisa, dinamica e insieme estremamente sensibile di Tania Gozzer, la cui forte personalità sembra trasmettersi ai nettari che vinifica in proprio dal 2015.
Tra i meriti di Tania, aver compreso il prezioso contributo del terreno alla sua attività di vinificazione, poiché le uve crescono su terreno morenico di riporto che si trova “sul conoide ghiaioso di Novaledo, da sempre vocato alla viticultura”, come dimostra la vivida testimonianza della presenza tra le viti dei muretti a secco “che al tempo delimitavano i piccoli appezzamenti”.
La produzione è piccola e per questo curatissima e mirata.
Come informa il suo distributore Proposta Vini, “da un paio di anni Tania vinifica il Muller Thurgau Masiere e il Rebo, vini molto particolari in quanto il terreno ghiaioso e il clima particolare della Valsugana esaltano e fanno nascere vini con un bouquet delicato ma sorprendente che si preserva negli anni”.
Il Masiere “è stato il primo vino prodotto in azienda, nasce per stravolgere la classicità di questa tipologia di vini: totalmente diverso dai classici compagni e definito a volte troppo fuoriclasse ma unico e particolare, viene prodotto da sole uve Muller Thurgau provenienti da vigneti con terreni estremamente ghiaiosi, da qui il nome masiere, cioè mucchi di pietra derivanti dallo spietramento dei campi”. La produttrice attribuisce a questo vino caratteristiche come acidità e mineralità, nonché sentori di fiore di acacia e note balsamiche di rosmarino e salvia, cui ci sentiamo di aggiungere richiami a cedro, frutta tropicale e susine gialle.
Il Rebo invece contrassegna l’olfatto con il corredo del sottobosco aggiunto al cuoio, per suggerire poi al palato visciola, prugna, sorbo e barbabietola.
Incredibilmente carezzevole, si fa notare per l’impronta zuccherina e il corpo leggerissimo che favorisce la beva.
Sempre il distributore fa notare che “l’azienda è in continua ricerca di novità e in campo vi sono nuovi progetti che riguardano il recupero di vecchie varietà di viti ma con tecniche di vinificazione all’avanguardia”.
Da uno di questi progetti è scaturito il commovente recupero dell’antica e quasi scomparsa Turca: “varietà diffusa in particolare in Valsugana, fino ai confini con il bellunese, era una cultivar che veniva usata per produrre un vino destinato alla corte viennese; oggi il vino che si produce viene ottenuto da uve provenienti da un piccolo appezzamento situato nel Comune di Serso, in Alta Valsugana: la vendemmia è tardiva e permette di ottenere un vino originale ma nello stesso tempo delicato”.
Il bouquet è un trionfo di fragola, mentre in bocca esplodono lampone, marasca e una nota di karkadè.
Corpo esile ma elegante, dotato di un’acidità in grado di donare freschezza fruttata, si staglia nel cuore con quel suo finale persistente e appagante.
Abbiamo chiesto a Tania Gozzer di raccontarci in prima persona la sua attività: lo ha fatto nel video che trovate di seguito.
Info: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/fagarini/