Favignana: bella per forza maggiore, tra le Isole Egadi in Sicilia
Favignana è la maggiore delle isole Egadi, in tutti i sensi. E’ quella con la maggiore superficie, il maggior numero di spiagge, la maggiore quantità di servizi, le maggiori attenzioni amministrative, il maggior numero di presenze, quindi anche la maggiore confusione, la quale per gli amanti delle movida non è un difetto.
Non in tutti gli ambiti però è maggiore alle altre isole delle Egadi.
Per esempio non lo è in ambito enogastronomico, dove il primato spetta nettamente a Marettimo. Per la ragione che lì i ristoranti storici sono gestiti da marettimari, mentre a Favignana l’attività della ristorazione ha attirato molti non isolani venuti qui soltanto per fare business, ignorando le tradizioni gastronomiche locali e senza rispettare le antiche tipicità culinarie dell’isola. E’ per questo che in gran parte dei ristoranti favignanesi propongono una cucina omologata e senza personalità. Il consiglio? Cercate chi propone ancora le frascatole, piatto identitario di queste parti. Oppure fate un salto in un panificio che lavori ancora alla vecchia maniera.
Anche sulla natura maggiormente selvaggia Favignana deve cedere lo scettro, certamente a Levanzo, in cui il rigoglioso intreccio di rocce e vegetazione ha ancora un magnifico aspetto preistorico, come al tempo dei frequentatori della Grotta del Genovese che ha lasciato sull’isola millenarie tracce dell’anelito artistico dell’Uomo.
Levanzo invece si vede scavalcata dalle altre due isole sul piano dell’accoglienza: colpa dei modi bruschi di chi gestisce la Grotta del Genovese che certamente non mettono a proprio agio i turisti. L’inverso accade nel resto delle Egadi.
A Marettimo abbiamo visto diverse abitazioni con le chiavi lasciate appese all’esterno, come il b&b in cui abbiamo alloggiato, sintomo della civiltà dei locali.
A Favignana si nota invece un altro fenomeno che non siamo certi riguardi l’ospitalità ma ci piace pensare sia così.
Abbiamo notato lungo una strada che quasi tutti i cancelli delle varie proprietà erano aperti, come fosse un messaggio di benvenuto verso i forestieri.
Quella vista ci ha fatto dimenticare di essere visitatori di passaggio, facendoci sentire dei favignanesi temporanei.
Favignana torna poi in vetta al podio da sola se si parla di offerta culturale, grazie alla presenza dell’ex Tonnara Florio oggi trasformata in gioiello museale: è il fiore all’occhiello degli amministratori locali che per mantenerne la bellezza e renderla fruibile al pubblico stanno investendo tanto, con risultati apprezzabili.
In fondo è l’ultima memoria di uno scomparso elemento identitario dell’isola, quella mattanza dei tonni che qui non si svolge più dal 2007 ma la cui eco si può ancora sentire in ogni angolo di Favignana.
Il solo colpo d’occhio della tonnara sovrastata dal castello di Santa Caterina racchiude buona parte della storia moderna dell’isola.
La presenza del museo della Tonnara, con annesso Antiquarium, da sola motiverebbe il viaggio a Favignana, ma come deprecare chi si fionda nell’isola anche soltanto attratto dalle sue spiagge?
Pure il più serioso degli intellettuali cederebbe al piacere di fare il bagno in luoghi abbaglianti come Lido Burrone, Cala Azzurra o, per chi ama gli scogli, Cala Rossa e Bue Marino.
Posti che stregano gli uomini da tempi immemori, come testimonia l’archeologia.