Figo Moro da Caneva, frutto storico della provincia di Pordenone
Un frutto sentito talmente identitario da essere ritenuto parte della Storia e della vita di una comunità.
La comunità è quella di Caneva, in provincia di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia.
L’area dal comune di Caneva, dove la presenza umana si registra fin dal Neolitico (11000 a.C.) e la cui comunità si forma verso l’anno 1000, vede la coltivazione del fico nero come diffusa fin dai tempi più remoti: “il particolare microclima dell’area pedemontana, collocata a ridosso delle Prealpi, la ricchezza di calcare e di vari sali minerali del sottosuolo, tra cui tanto ferro e la collocazione delle piante in declivi decisi, conferiscono ai frutti della zona elevate caratteristiche qualitative ed organolettiche”.
Caratteristiche che lo hanno reso molto ricercato già dal ’400, quando costituiva “un’importante disponibilità alimentare soprattutto per le sue doti energetiche e medicali”, consumato in principal modo sotto forma di fico secco.
Dal Consorzio avvertono che il Figo Moro da Caneva “va mangiato con la buccia”, perché sede di sapori particolari, mentre la polpa è “tenera e sapida, dall’intenso colore rosso cardinale che contrasta con il bianco, profumata al momento della maturazione”.
Consorzio per la tutela e la valorizzazione del FigoMoro da Caneva che oggi rappresenta cinquantatré soci e “raccoglie, commercializza e trasforma il prodotto sia fresco che trasformato”.
Prodotto naturalissimo, perché “non ha bisogno assolutamente di nulla, se non di una potatura” ed è inattaccabile dai parassiti.
Se non riuscite a trovare il succulento frutto fresco, allora dovete provare la sua versione caramellata, in conserva.
Ci parla di questa delizia Sandro Mutton.
Info: www.figomoro.it