Fisogni, a Tradate (Va) il museo da Guinness sulla Stazione di Servizio
La passione per un settore industriale che si traduce prima in lavoro personale, poi in attività collezionistica da condividere con gli altri, fino all’atto universale della creazione di un’esposizione che divenga testimonianza di una parte dell’ingegno dell’Uomo: inizia così l’avvincente percorso del Museo Fisogni della Stazione di Servizio, il cui processo di crescita ha condotto nel 2000 alla certificazione del Guinness World Record quale “più completo al mondo relativamente al settore della distribuzione del carburante”.
Quando fu fondato, nel 1966, i musei d’impresa non erano ancora popolari come oggi, quindi ci voleva una sensibilità particolare per creare un’esposizione concentrata su oggetti dell’industria, per di più riferiti a un singolo settore commerciale.
Guido Fisogni invece ci ha creduto, folgorato da una felice intuizione maturata durante i tanti viaggi dovuti all’attività proprio in ambito petrolifero, come lui stesso racconta: “mi imbattei casualmente nei primi anni Sessanta in una vecchia pompa di benzina Bergomi a pentalitri abbinati, dimenticata, in pessime condizioni, in una cava di sabbia; immediata fu l’idea di recuperarla e conservarla: da quel momento, per oltre trent’anni, lavoro ed hobby si sono mescolati, consentendomi di iniziare una raccolta che gli esperti dell’arte industriale giudicano unica e particolarmente ricca”.
Fisogni tornava dai suoi viaggi con nuovi pezzi da aggiungere alla collezione, un accumulo collezionistico che ha preso ben presto la forma museale, fissando la prima sede a Palazzolo Milanese e assumendo la denominazione di Museo SIRM, dall’acronimo dell’impresa dello stesso fondatore, attiva nella realizzazione e ristrutturazione di stazioni di servizio in Italia e all’estero.
In seguito alla cessazione dell’attività imprenditoriale di Guido Fisogni, il museo ha conosciuto un lungo periodo di chiusura, prima di tornare in attività nella nuova sede di via Giacomo Bianchi 23 a Tradate, nei locali della prestigiosa Villa Castiglioni, sottoposti a importante restauro.
Da sottolineare che durante il periodo di chiusura il museo ha dimostrato ugualmente una certa vitalità, grazie al sapiente uso del sito Internet, il quale ha trasmesso l’idea di una struttura sempre dinamica, tanto da produrre un’importante rassegna stampa malgrado non fosse aperta al pubblico.
Un tragitto umano e intellettuale quello di Fisogni condotto di pari passo con la sua crescente consapevolezza del valore culturale e antropologico del reperto che racconta non soltanto un’attività imprenditoriale ma un pezzo della vita di tutti noi.
Lo sottolinea lui stesso sul sito del museo, quando afferma che “le targhe, le latte, i globi, i giocattoli e gli altri oggetti che fanno da contorno ai protagonisti assoluti del museo – i distributori di benzina – non servono unicamente a conferire un’estetica gradevole alla sede dell’azienda, ma sono testimonianza della rapidità dei cambiamenti: il mondo industriale, per sua stessa natura, brucia velocemente i suoi prodotti per adottarne altri, più nuovi, più belli, più funzionali”.
A ciò si aggiunga la dichiarata missione di “recuperare il passato, documentare il progredire della tecnica, conferire una dignità, anche estetica, all’oggetto vintage industriale, troppo disprezzato perché eseguito in serie”.
E’ la filosofia che tradotta in pratica ha condotto a mettere insieme oltre cinquemila oggetti “tra pompe di benzina, targhe, grafiche, latte d’olio, oliatori, aerometri, compressori, estintori”, ma anche “cartoline d’epoca e gadget, ognuno raffigurante un logo di una società petrolifera dall’inizio del secolo scorso”.
Non meno prezioso, se non addirittura più rilevante sul piano scientifico, è il “folto archivio di materiale pubblicitario e di disegni tecnici, continuamente consultati dagli studenti e dai designer”, oggetto di un continuo lavoro di studio e catalogazione ancora in corso che si preannuncia parecchio lungo quanto stimolante.
Lungo l’esposizione non esistono pannelli, poiché la visita guidata è il perno dell’esperienza, essendo fondamentale la spiegazione della funzione di ogni singolo oggetto e ancor di più il racconto del contesto storico, sociale ed economico in cui si colloca ciascun reperto.
Prima di visitare il museo è inimmaginabile quanto possa essere interessante l’aspetto tecnico di tali creazioni e quanta emozione dispensi la narrazione del contributo che il settore qui rappresentato ha dato al progresso e alla civiltà, poiché in fondo si tratta della storia della nostra mobilità, quindi di ciò che ci ha concesso di raggiungere più rapidamente altri luoghi, allargando la nostra mente e con essa le prospettive di vita.
Scorrono davanti al nostro sguardo i primi strumenti per dispensare la benzina, quando erano ancora ambulanti e trasportati su ruote…
… passando per le prime applicazioni stanziali che prevedevano pompe appese ai muri, dal funzionamento rudimentale…
E ancora, dispositivi per il controllo della pressione dei pneumatici, l’erogazione dell’olio, la sostituzione di filtri, candele e batteria, il lavaggio, I’ingrassaggio, attrezzature e utensili per l’assistenza alle automobili.
Molto affascinante la sezione dei distributori-giocattolo d’epoca che comunque “riescono a comunicare interessanti notizie sulle caratteristiche degli apparecchi”, insieme a realtà per i più piccoli, testimonianza di “una accresciuta considerazione nei confronti del bambino” che aveva favorito “l’affermarsi, in Europa e America, di un buon numero di aziende specializzate in bambole, trenini e innumerevoli altri articoli da gioco”.
Colpiscono i globi luminosi, nati da esigenze promozionali e finiti col rappresentare perle di design e comunicazione.
In questo modo si evocano le guerre commerciali ingaggiate già un secolo fa, tra scaltrezze commerciali e prodromiche strategie di marketing.
La pubblicità occupa un posto di rilievo, rappresentata in tutte le sue forme, a partire dai manifesti, i quali vanno a comporre “una vera rassegna di grafica”, essendo stati spesso realizzati da artisti…
… quindi le insegne e i marchi di fabbrica, dal metallo alla plastica, tra targhe a smalto da fissare alla parete, latte litografate e contenitori con forme ora geometriche ora sagomate.
Molto utili per gli studiosi le raccolte delle latte, dalle prime spartane per kerosene o benzina a quelle già curate di fine Ottocento: affiancate, consentono una panoramica su mutazioni cromatiche ed evoluzione del messaggio al consumatore, rientrando nel disegno del gusto nelle varie epoche.
Si osserva anche la transizione dal barile al fusto d’acciaio, elementi iconici dell’ambito dei prodotti petroliferi…
… mentre i gadget sono delle evocazioni proustiane, pronti a fare scattare ricordi in tutti noi.
Innumerevoli gli aneddoti che scorrono nello storytelling orale, toccando realtà a noi lontane…
… ma anche pezzi fondamentali della storia del nostro Paese, come le memorie legate al periodo fascista…
… e quindi alla politica energetica di quel tempo…
… con il consueto sostegno di un ricco corredo fotografico sempre puntuale e utile al dipanarsi del racconto…
… fino allo sviluppo della cartellonistica stradale, segno di distanze che idealmente e concretamente si abbreviavano, contribuendo a una reale unificazione dell’Italia.
Un museo prezioso che propone una lettura originale e approfondita della realtà, stimolando riflessioni e alimentando la conoscenza collettiva, autentico carburante della crescita civile di una comunità.
Info: http://www.museo-fisogni.org/