Follador dal 1769, Prosecco millesimato da metodo unico registrato
Nel mare magnum di quel Prosecco che è arrivato a conquistare il primato di spumante più venduto al mondo e di conseguenza anche di vino italiano più famoso all’estero, frutto di enormi quantitativi di bottiglie prodotte e di un monumentale gradimento, è ben difficile per un marchio distinguersi, visto l’elevato numero di produttori in campo, ma questo problema non tocca un’impresa di antico lignaggio come Follador dal 1769, capace di vantare un nobilissimo passato da precursore del fenomeno e un presente di rara attenzione per la qualità dei propri nettari e le loro implicazioni socio-culturali.
La vicenda di questa cantina ha storia secolare, avviata da Giovanni Follador intorno al ’700 quando decise di “destinare a vigneto tutte le proprie terre”, ricevendo già nel 1769 un attestato di eccellenza per i suoi vini dal Doge Alvise IV della casata dei Mocenigo.
Sarà il discendente Gianfranco Follador ad apportare “un cambiamento nella tradizione di famiglia dedicandosi alla spumantizzazione”, ponendosi tra i pionieri di tale rivoluzione enoica.
(Gianfranco Follador con la moglie Italia Rossi)
Oggi la passione per il fare vino è condivisa “con tutta la famiglia, composta dalla moglie Italia Rossi e dai quattro figli Michele, Mariacristina, Francesca ed Emanuela”.
(da sinistra Mariacristina, Emanuela, Michele e Francesca Follador)
L’Azienda Follador si trova proprio nel cuore del vocatissimo territorio del Conegliano Valdobbiadene, a Col San Martino, frazione di Farra di Soligo in provincia di Treviso.
Si tratta di tre ettari che ospitano un’attività ripartita nelle aree destinate a fermentazione, imbottigliamento e stoccaggio, poiché comprende l’intera filiera produttiva, dalla vendemmia all’imbottigliamento.
Il maggiore elemento distintivo, insieme alla straordinariamente lunga vita aziendale, è la creazione di una tecnica di vinificazione propria, talmente originale e identitaria da avere ottenuto il marchio registrato con tanto di simbolo ® che lo contraddistingue.
Il metodo infatti “prevede specifici passaggi nella fase iniziale della vinificazione”, partendo dalla circostanza che Follador “è stata la prima azienda nel Valdobbiadene a sperimentare il sistema Krios che prevede l’impiego di un’attrezzatura dove convogliare le uve appena fuoriuscite dalla pigiatrice: all’interno del macchinario si riduce la temperatura abbattendo drasticamente l’effetto ossidante dell’ossigeno”, cui segue la crio-macerazione per “estrapolare le molteplici proprietà delle bucce: il vino si presenta più strutturato e fresco, ricco di una sua specifica personalità”.
La presa di spuma invece “avviene all’interno di autoclavi secondo il metodo Martinotti“.
Dell’azienda abbiamo testato proprio i millesimati prodotti con il Metodo Gianfranco Follador.
A partire dal Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Brut da uva autoctona Glera in purezza che porta la mela verde al naso e bergamotto in bocca, dove si aggiungono pera Williams, yuzu e note di ginepro.
Nel Valdobbiadene Prosecco Sup. D.O.C.G. Millesimato Extra Brut, in cui al 95% di Glera si aggiunge un saldo del 5% di Chardonnay, si trova un potente bouquet che associa la frutta matura a intensi toni balsamici, mentre in bocca si avvertono pera Williams, limone Interdonato, avocado e genziana.
Di esuberante acidità, offre una beva entusiasmante.
Il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Extra Dry da vitigno Glera al 100% ha profumi floreali con il Gelsomino in evidenza, mentre in bocca risulta carnosissimo e innervato da un intenso carattere petillant che veicola alchechengi, mela annurca, nespola e cedro candito.
E’ così denso di valori organolettici da prestarsi anche alla meditazione.
Il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Millesimato Cru Torri di Credazzo impiega ancora soltanto la Glera per proporre all’olfatto pistilli di fiori primaverili e al gusto pomelo, banana, pera nashi e bergamotto.
Di zampillante freschezza, ha una beva molto stuzzicante ingolosita da un buon piglio zuccherino che entra in mirabile sintonia con il gradevole aspro portato da echi agrumati.
Da sottolineare l’attenzione della cantina per gli aspetti culturali e di responsabilità sociale legati alla propria attività, nonché per la consapevolezza del proprio heritage, il patrimonio storico aziendale e quindi anche familiare, confluito in un valido esempio di editoria d’impresa come il volume Noi, Follador. 1769 – 2019. Una storia di eccellenza edito nel 2019 da Aurelia Edizioni a firma Gianfranco Follador, nel quale un efficace storytelling narra tutte le tappe cronologiche di questa esperienza vitivinicola di successo, ponendola in parallelo con gli avvenimenti esterni.
Mettendo insieme tutti questi elementi si comprende l’apporto sostanziale di un’azienda come Follador nel mettere d’accordo tanto l’Unesco quanto il mercato mondiale nel rendere il Prosecco un vanto dell’Italia nel mondo.
Info: https://www.folladorprosecco.com/vini-spumanti/valdobbiadene-superiore/